Città della Scienza, distrutto il simbolo dell’Italia innovativa

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Il mondo scientifico si e’ stretto intorno alla Citta’ della Scienza di Napoli come al simbolo dell’Italia che vuole puntare sull’innovazione e lo sviluppo. Da subito la parola d’ordine e’ stata ricostruire, a partire dal suo fondatore, Vittorio Silvestrini, presidente della Fondazione Idis-Citta’ della Scienza: ”sono sicuro che la Citta’ delle Scienza rinascera’ piu’ grande di prima”, ha detto. ”Nel momento in cui ho visto anni di lavoro andare in fiamme e in fumo – ha aggiunto – ho provato un grande sconforto. Poi ho realizzato l’accaduto e mi sono detto che la Citta’ della Scienza e’ un progetto che mantiene completamente il suo valore” . E’ pronto a ricominciare anche il direttore generale della Fondazione, Luigi Amodio, stretto collaboratore di Silvestrini e dell’amministratore delegato Vincenzo Lipardi: ”c’e’ una vera ondata di solidarieta’ e ne siamo contenti: e’ una cosa che ci consola”. Quanto la Citta’ della Scienza fosse un simbolo per il Paese e’ chiaro anche nel commento del ministro per l’Istruzione, l’Universita’ e la Ricerca, Francesco Profumo, per il quale ”un colpo alla scienza e alla cultura del Paese e’ un colpo al suo futuro”. Ed oggi stesso il ministero ha individuato un capitolo di spesa nell’ambito del Fondo integrativo speciale per la ricerca (Fisr). Tanta solidarieta’ anche dai presidenti degli enti pubblici di ricerca. Per il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Luigi Nicolais, ”l’incendio di Citta’ della Scienza e’ una ferita profonda, per Napoli e per l’intera comunita’ nazionale”. Con la Citta’ della Scienza e’ stato colpito ”un luogo simbolico”, ha osservato il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Fernando Ferroni. E si sono offerti di contribuire alla ripresa il Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Stefano Gresta, cosi’ come il commissario dell’Enea, Giovanni Lelli. Appelli alla ricostruzione sono arrivati uno dopo l’altro, a partire dal fisico Luciano Maiani, per il quale ”la distruzione della Citta’ della Scienza e’ un danno irreparabile”. La speranza, ha aggiunto, e’ che ”scienza e industria si mobilitino per ricostruirla quanto prima”. Solidarieta’ anche da tanti ricercatori attivi a Napoli, come il direttore del Centro Telethon di Genetica e Medicina (Tigem), Andrea Ballabio: e’ una notizia ”sconvolgente, che per quelli come me, che hanno sempre cercato di investire sulla ricerca scientifica e su Napoli, crea un senso di ansia e preoccupazione”. Per Massimo Della Valle, direttore dell’Osservatorio di Capodimonte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e componente del comitato scientifico di Futuro Remoto , l’incendio e’ ”uno sfregio enorme per la citta”’. Un simile danno ad un ”luogo dedicato alla comunicazione della scienza a Napoli – ha aggiunto – mette in difficolta’ tutti noi operatori di scienza”. Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Marcello Martini, ha parlato di ”perdita grave ed enorme per la citta”’.

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