
Gli intensi venti da SO e O-SO che in queste ore stanno spazzando con forza il Sahara algerino, creando estese tempeste di sabbia
Come previsto nei giorni scorsi, i forti venti occidentali che fanno seguito alla profonda circolazione depressionaria centrata in pieno Atlantico, con un minimo barico di 975 hpa (che ha creato un forte “gradiente barico orizzontale“ che si è esteso fin sul Mediterraneo), dopo aver investito le Canarie e le coste marocchine, sono riusciti a penetrare all’interno dell’entroterra desertico algerino, con una intensa ventilazione da SO e O-SO che sta spazzando con forza i vasti territori dell’Algeria centro-settentrionale, a sud dell’Atlante, sollevando per aria un ingente quantitativo di polvere e pulviscolo desertico che crea una autentica nube in sospensione, oltre i 2000-3000 metri di altezza. In queste ore intensi “Haboob” (tempeste di sabbia), prodotti dalla forte ventilazione sud-occidentale in sfondamento dal Marocco, stanno interessando buona parte delle città e delle località dell’Algeria centro-settentrionale, dove la visibilità è diminuita a pochi metri, a causa del continuo trasporto eolico di polvere e dei piccoli granelli di sabbia in pieno deserto. In alcune località, come Adrar, il cielo è completamente offuscato, mentre i sostenuti venti da SO e O-SO continuano a sferzare il Sahara algerino, soffiando sulle immense dune (“Erg”) che contraddistinguono l’entroterra desertico dell’Algeria. A In-Salah, nel cuore del deserto algerino, il forte vento da SO ha raggiunto un picco di ben 70 km/h, come velocità media sostenuta, con raffiche di oltre gli 80 km/h.
Ma tempeste di sabbia particolarmente immense stanno investendo molte altre località dell’entroterra desertico dell’Algeria, come El Golea, Timimoun, Biskra, investite dai sostenuti venti da O-SO e SO che raggiungono picchi di oltre i 60-70 km/h, localmente anche più. I venti intensi da O-SO e SO, dato il consistente squilibrio barico, si sono ormai estesi a tutta l’Algeria, estendendosi fino ai rilievi del Tassil-n-Aijer e dell’Ahaggar. Anche nella città di Tamanrasset, nel cuore del massiccio montuoso dell’Ahaggar, tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio è sopraggiunta la sostenuta ventilazione da O-SO, con raffiche fino a 68.5 km/h. Ma il fitto “gradiente barico orizzontale“, che si sta gradualmente propagando verso est, sta attivando venti molto forti, dai quadranti meridionali, anche lungo la catena montuosa dell’Atlante Telliano. Venti piuttosto impetuosi che tendono ad acquistare ulteriore velocità durante la discesa dai crinali di questi rilievi, superando punte di ben 90-100 km/h. A Tiaret, per esempio, città ubicata sopra i 900 metri di altezza sull’Atlante, i forti venti da Sud si sono sensibilmente intensificati nel corso del pomeriggio odierno, raggiungendo un picco di ben 96.3 km/h alle 03:00 PM.
Le fortissime raffiche di caduta, da Sud, hanno anche polverizzato le deboli piogge che in queste ore stanno investendo l’area montagnosa dell’Atlante. Nel frattempo, una parte di questa polvere e pulviscolo desertico sollevato dagli estesi “Haboob“ in azione su gran parte del Sahara algerino, entro le prossime 12-24 ore tenderà a spingersi verso nord-nord/est, invadendo il bacino centro-occidentale del Mediterraneo. La nuvola di polvere desertica in sospensione, già nella giornata di domani, agganciata dalle forti correnti meridionali presenti nei medi e bassi strati, si porterà sopra i cieli della Sicilia e della Calabria, mescolandosi in seno alle nubi alte e stratificate annesse all’ampia “Warm Conveyor Belt” proveniente dal Sahara algerino. Con molta probabilità, entro domani, con l’arrivo degli intensi venti di scirocco tra Sicilia, Calabria e Puglia, i cieli e le nubi che li solcheranno assumeranno un colore giallastro/rossastro (in genere la polvere aspirata dall’Algeria ha una colorazione tendente più sul giallastro, mentre quella che viene dal deserto Libico e più rossastra). Il pulviscolo in sospensione, inoltre, si depositerà (con effetti maggiormente visibili) tramite le precipitazioni sparse che domani le regioni centro-meridionali, con le cosiddette “piogge sporche” (in passato venivano chiamate anche “piogge di sangue“), pronte a coprire di fanghiglia macchine e oggetti che si trovano in luoghi aperti.