Sono ormai due milioni gli under 14 italiani che soffrono di allergie. Nonostante la primavera stia finalmente arrivando picnic e corse nei parchi saranno off limits per un milione di bambini italiani colpiti da allergie alle erbe piu’ comuni. Un numero in costante ascesa, avvertono gli esperti della Federazione Italiana Medici Pediatri, a cui si aggiungono altrettanti bimbi che non possono mangiare qualche alimento. I piccoli pazienti, e’ emerso durante la scuola di formazione sul tema durante il Capri Campus 2013 organizzato dall’associazione, sono raddoppiati negli ultimi 10 anni, mentre le visite specialistiche sono triplicate, e le proiezioni dicono che entro il 2020 meta’ dei piu’ piccoli avra’ bisogno dell’allergologo. “Alla base c’e’ una predisposizione genetica, che unita all’esposizione agli allergeni scatena la malattia – ha spiegato Luigi Morcaldi, coordinatore della scuola – ci sono pero’ delle norme di prevenzione che si possono attuare. L’esposizione al fumo di sigaretta, gia’ a partire dalla gravidanza, e’ il principale, insieme all’inquinamento ambientale e all’igiene eccessiva”. Anche le allergie alimentari, hanno sottolineato gli esperti, possono essere prevenute, esponendo i bimbi il prima possibile ai potenziali allergeni. Sul podio degli alimenti piu’ a rischio ci sono latte,con 100mila under 14 colpiti, le uova con 80mila e le noci e arachidi con 50mila, anche se si stanno affermando allergeni nuovi come la frutta esotica. Per quanto riguarda invece le allergie respiratorie, oltre al milione di pazienti che non puo’ stare vicino alle piante, soprattutto graminacee, cipresso e olivo, ci sono cinquecentomila bimbi sensibili agli acari della polvere e duecentomila che devono rinunciare agli animali domestici. Diagnosi e terapie, hanno sottolineato gli esperti, nell’80-90% dei casi possono essere fatte dal pediatra di famiglia, se adeguatamente formato. Per capire se i sintomi sono associabili alla malattia ci sono la citologia nasale, che analizza ‘in tempo reale’ il muco, il test dell’ossido nitrico, i prick test, che consistono nell’inoculazione di piccole quantita’ di allergene nella pelle per verificare la reazione:”Sono tutti test semplici – ha spiegato il presidente Fimp Giuseppe Mele – e una volta individuato il problema le moderne terapie immunologiche aiutano a tenere a bada i sintomi. E’ importante pero’ che si evitino le cure fai da te”.