Secondo uno studio condotto dai biologi canadesi dell’Università Dalhousie, guidati da Jeff Hutchings, sulle nostre tavole saranno sempre meno i merluzzi e i pesci abituali. E’ infatti più lento il ripristino delle popolazioni di queste specie molto sfruttate dalla pesca e potrebbe anche non verificarsi mai. Gli scienziati hanno studiato le popolazioni di 153 specie di pesci e invertebrati di tutto il pianeta, in uno studio pubblicato su Science. Dai dati emerge che la maggior parte delle famiglie ittiche sono abbastanza resistenti e capaci di riprendere forza in un decennio, se verranno prese misure forti per ridurre lo sfruttamento. Ma se non si interverrà rapidamente il periodo di recupero diverra’ piu’ lungo e aumenterà esponenzialmente l’incertezza sulla capacita’ delle specie di ritrovare equilibrio numerico. La questione dei merluzzi è seria, i risultati della ricerca, infatti, indicano che il ritorno ad una adeguata crescita della popolazione di questi pesci è impossibile, visto che ad oggi non è stata presa alcuna misura quando poteva essere fatto.