E’ vero che da oltre sette giorni siamo sotto attacco delle calde masse d’aria sub-tropicali continentali, che normalmente in questo periodo stazionano sopra l’entroterra desertico nord africano, fra Libia, Algeria e Marocco. Ma nei prossimi giorni bisognerà fare attenzione anche alle conseguenze riportate dal passaggio della prima avvezione calda di stagione, sopra le fredde acque superficiali dei nostri mari. Proprio in questo periodo dell’anno, con l’avvento dei primi caldi dall’Africa, sopra lo Stretto di Messina si possono realizzare le condizioni atmosferiche adatte per il noto fenomeno della “Lupa”. Si tratta, per l’appunto, di una sottile nebbia d’avvezione che si sviluppa sopra la superficie marina per poi lambire la costa grazie al soffio delle brezze. Di solito lungo lo stretto la “Lupa”, fenomeno che appare con un imponente cordone nebbioso che lo avvolge (a volte anche per un periodo di 2-3 giorni) con densi strati sottili che alle volte superano i 200-300 metri di altezza e causano drastiche riduzioni di visibilità, provoca l’interruzione dei collegamenti marittimi fra Messina e Villa San Giovanni. Molto spesso il fenomeno nebbioso si presenta quando i massimi di un promontorio anticiclonico, di natura azzorriana, nord-africana o un ibrido fra i due (il famoso anticiclone ibrido sub-tropicale) si spostano verso levante, collocandosi fra la Grecia, l’Egeo, i Balcani e la Turchia.
Lungo il bordo occidentale della struttura anticiclonica si attiva un debole flusso caldo e umido che dalle coste africane risale verso nord, pilotando aria calda nei bassi strati che è costretta a scorrere al di sopra del mare freddo, con un rapido raffreddamento di quest’ultima che trova le condizioni ideali alla condensazione e alla formazione dei banchi di nebbia sul mare. Nei prossimi giorni, sul finire di settimana, il fenomeno nebbioso si potrebbe manifestare non appena il flusso sciroccale si sarà definitivamente attenuato, accumulando nei bassi strati masse d’aria molto umide, pronte a condensarsi sopra le fredde acque dello Stretto e del mar Ionio. Le formazioni nebbiose marittime sono favorite dalla presenza di una debole, se non nulla, circolazione dei venti nei bassi strati (non superiore al forza 3-4 della scala Beaufort), indotta da un campo barico alto e livellato. Purtroppo il fenomeno non è sempre facilmente prevedibile, visto che bastano piccole variazioni dell’umidità relativa e della forza del vento, per intensificarlo o dissiparlo definitivamente. Nella maggior parte dei casi la nebbia insorge nelle ore notturne e al primo mattino, per poi cominciare a dissiparsi a partire dalla tarda mattinata, non appena il sole si sarà alzato sopra la linea d’orizzonte, rompendo lo strato d’inversione termica (aria calda in quota sopra masse d’aria più fredde stagnanti sopra la superficie marina) che l’ha alimentata. Ma in alcuni episodi lo strato nebbioso è rimasto compatto per gran parte del giorno, causando drastiche riduzione della visibilità orizzontale, con ingenti disagi alla navigazione marittima.