Proprio nei giorni scorsi, in un nostro articolo, avevamo messo in evidenza come entro fine mese una importante ondata di maltempo, caratterizzata da precipitazioni intense e a sfogo temporalesco, rischiava di interessare il settore occidentale della penisola Arabica e persino l’entroterra desertico saudita, dispensando preziose precipitazioni per l’approvvigionamento idrico in vista della torrida stagione estiva. Proprio nei giorni scorsi, fra giovedì 25 e venerdì 26 Aprile, una serie di forti rovesci di pioggia e temporali ha duramente colpito le aree montuose interne dello Yemen e del sud-ovest dell’Arabia Saudita, dove si sono prodotti estesi allagamenti e locali inondazioni che hanno cagionato anche dei danni. Un temporale particolarmente intenso, accompagnato da attività elettrica ed elevati indici di rain/rate, ha flagellato pure l’affascinante capitale yemenita San’a, ubicata ad oltre 2250 metri di altezza, al centro di un grande altopiano, nello Yemen occidentale. Già a metà mese un altro forte acquazzone aveva già flagellato la città di San’a, causando pure delle vittime, dato che molte abitazioni sono state trascinate via dalla furia dell’acqua. I forti rovesci temporaleschi che hanno investito l’altopiano centrale yemenita, inclusa l’area attorno San’a, hanno creato notevoli allagamenti, visto la scarsa capacità di drenaggio del terreno, non abituato a ricevere queste quantità d’acqua cosi importanti in poco tempo.
Molte strade e vie della capitale yemenita si sono trasformate in veri e propri fiumi in piena. Ma allagamenti e smottamenti si sono registrati in altre località dello Yemen occidentale che da giorni sono bersagliate dal continuo formarsi di temporali di origine “termoconvettiva”, capaci di scaricare eventi precipitativi veramente rilevanti. Già da inizio Aprile i primi temporali, di origine “termoconvettiva”, si sono cominciati ad originare lungo i rilievi dell’Arabia Saudita occidentale e dello Yemen, generando intense manifestazioni temporalesche, con locali acquazzoni accompagnati da frequenti fulminazioni, tuoni e colpi di vento. Le moviole satellitari di questi ultimi giorni hanno evidenziato come buona parte di suddette “Cellule temporalesche” si siano sviluppate lungo il versante occidentale della catena montuosa del Jabal Al-Hijaz, che taglia di netto il settore occidentale della penisola Arabica, separando l’altopiano desertico interno (altopiano di Najd) dalle coste affacciate al caldo mar Rosso. Del resto non è un caso se i temporali più forti si sono sviluppati a ridosso di queste grandi montagne affacciate sul mar Rosso, in presenza di umide correnti occidentali nella medio-bassa troposfera, le quali scaricano quella poca umidità raccolta sopra il caldo mar Rosso sulle pareti occidentali del Jabal Al-Hijaraz, venendo poi costrette a sollevarsi verso l’alto dopo aver impattato con i primi comprensori montuosi presenti dietro la costa occidentale saudita e yemenita.
Durante il sollevamento forzato verso l’alto la massa d’aria tende ad espandersi e a raffreddarsi, salendo di quota e favorendo la rapida condensazione del vapore acqueo e la formazione di grossi annuvolamenti a sviluppo verticale (cumuli, congesti e cumulonembi) che vengono ulteriormente alimentati dal calore latente presente nei bassi strati, tanto da assumere un importante sviluppo verticale. Ma un altro fattore che esalta l’instabilità diurna lungo le montagne dell’Arabia Saudita occidentale e dello Yemen è senza dubbio legato al passaggio del ramo principale della “getto sub-tropicale” in quota, nell’alta troposfera. Difatti, la “corrente a getto sub-tropicale”, transitando sopra lo strato di aria molto calda e secca che in questo periodo comincia a formarsi sopra le vaste superfici desertiche della penisola Arabica, soggette ad un prevalente regime anticiclonico in quota (anticiclone sub-tropicale), tende a produrre forti turbolenze atmosferiche (per il vuoto d’aria in alta quota prodotto dallo scorrimento veloce del ramo principale del “getto sub-tropicale”) che innescano la nascita di violenti moti convettivi (correnti ascensionali).
Lo scoppio, alle volte improvviso, della convenzione favorisce la formazioni di grosse “Cellule temporalesche” e alle volte vere e proprie “Multicelle” (aggregato di più “Celle” singole), caratterizzate da attività elettrica a fondoscala (con frequenti tempeste elettriche, come avviene spesso tra Pakistan, India e Bangladesh alla fine della stagione calda, fra Maggio e Giugno), forti rovesci e turbolenti colpi di vento che accompagnano i fenomeni più intensi. Molti di questi temporali, crescendo in altezza, tendono ad essere toccati nella parte superiore dal forte “getto” che scorre in alta quota, da ovest ad est, evolvendosi in “Cellule temporalesche” con uno spiccato asse obliquo, le cui incudini si allontanano dalla base originale dei cumulonembi, favorendo un ulteriore risucchio di aria calda e molto umida dai bassi strati. Per questo, alcuni di questi temporali, dopo essersi formati a ridosso dei monti del Jabal Al-Hijaraz, riescono successivamente ad estendersi fino all’altopiano interno saudita, prima di essere letteralmente stirati dal “getto sub-tropicale”, che può raggiungere velocità di oltre i 260-280 km/h a 9000 metri. Nei prossimi giorni altri temporali, localmente anche intensi, continueranno a formarsi a ridosso dei rilievi del Jabal Al-Hijaraz, dando luogo a nuovi rovesci e temporali concentrati nelle ore pomeridiane e serali.