Insoliti temporali e grandinate sull’entroterra desertico libico e algerino; inondata la città di Murzuq, grandine sull’oasi di Sebha

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Gli effetti della grandinata su Murzuq, nel cuore del Fezzan

Nei giorni scorsi piogge e locali temporali hanno interessato anche alcune aree dell’entroterra desertico algerino e libico occidentale, dove localmente i fenomeni precipitativi, a sfogo di rovescio o temporale, sono risultati particolarmente intensi ed accompagnati da forte attività elettrica e persino delle brevi grandinate, con accumuli sul terreno. Lo sviluppo di queste grosse “Cellule temporalesche”, in pieno deserto, è stato prodotto dal sensibile inasprimento del “gradiente termico verticale” che ha favorito l’improvviso scoppio dei moti convettivi (correnti ascensionali dal basso verso l’alto). Tutta colpa del “CUT-OFF” (vortice ciclonico chiuso in quota frutto dell’invorticamento di un nucleo di aria molto fredda nella media troposfera) che per più giorni è rimasto semi-stazionario fra il basso Mediterraneo e il nord-est dell’Algeria, visto l’impossibilità ad evolvere verso est, per la presenza di un robusto anticiclone di blocco fra i Balcani e l’Europa sud-orientale. Questo vortice depressionario, colmo di aria fredda alle quote superiori della troposfera, con il suo moto rotatorio, in parte alimentato lungo il bordo più meridionale dal passaggio del ramo più settentrionale del “getto sub-tropicale” che scorre sopra la vasta regione del Sahara, ha contribuito a far affluire aria un po’ più fredda e relativamente instabile verso l’entroterra desertico algerino e l’ovest della Libia.

L’intrusione di aria più fredda, spinta dal “CUT-OFF” afro-mediterraneo alle quote medio-alte della troposfera, sopra lo spesso strato di aria molto calda e secca preesistente sopra l’entroterra desertico algerino e libico, ha prodotto un forte “gradiente termico verticale” (forti differenze di temperature in seno alla colonna d’aria) che nelle ore pomeridiane e serali ha generato intense turbolenze atmosferiche, con lo sviluppo di forti moti ascensionali, ben alimentati dall’ingente calore latente sprigionato dalla superficie desertiche (“updrafts” molto forti). I moti convettivi, piuttosto forti, ulteriormente enfatizzati dal passaggio nell’alta troposfera del ramo principale del “getto sub-tropicale” che ha acuito lo “Shear” del vento alle quote superiori e intensificato il risucchio di aria calda dagli strati più bassi (per l’effetto vuoto creato dal “getto” stesso), hanno costruito dei nuclei temporaleschi, piuttosto compatti, che hanno scaricato forti rovesci e temporali a carattere sparso fra l’est dell’Algeria e il settore sud-occidentale della Libia, nell’arida regione del Fezzan. Uno di questi temporali ha causato gravi inondazioni nel la città di Murzuq, uno dei centri più importanti nell’antica regione del Fezzan. Secondo il presidente del consiglio comunale di Murzuq, Khalid Khali, la pioggia torrenziale ha distrutto 30 abitazioni, danneggiato altre 350 strutture soggette a cedimenti e provocato almeno tre vittime. Tanti i residenti costretti a lasciare le proprie abitazioni, mentre il governo locale si è attivato per intervenire con estrema urgenza. Parte della popolazione ormai senzatetto, necessita di cibo, coperte e medicine, a cui si aggiungono numerosi feriti causati dal crollo di parte delle strutture.

Temporali notturni sul deserto

Come informano le autorità locali l’intenso evento temporalesco ha cominciato ad abbattersi sulle oasi del deserto meridionale libico nella serata di giovedì 25 Aprile, quando la forte pioggia subito seguita dalla grandine ha addirittura distrutto pareti e soffitti di alcune abitazioni. La pioggia caduta negli ultimi tre giorni rappresenta l’evento più pesante degli ultimi 30 anni. Numerosi danni anche alle colture. Un altro rovescio, nella giornata di sabato 27 Aprile, ha scaricato ben 7 mm di pioggia nell’oasi di Sebha, famosa città del Fezzan, nel deserto libico meridionale. Anche qui il temporale, sviluppatosi fra le ore pomeridiane e serali, durante la fase clou delle precipitazioni è stato accompagnato da una grandinata (erroneamente passata per neve nei metar della locale stazione) e forti colpi di vento da O-SO (“downburst” associato alla “Cella temporalesca”) che ha contribuito a far abbassare la temperatura sotto la soglia dei +22°C, dopo che alle 08:00 PM si segnavano +30°C. Il forte calo termico, registrato subito dopo il passaggio del temporale, e la grandine, ci indica che al momento dello scoppio della convenzione, alle quote superiori della troposfera, stava transitando aria decisamente più fredda che ha notevolmente instabilizzato l’intera colonna d’aria, accentuando l’esplosione dei moti convettivi. Del resto sul deserto del Sahara possono bastare dei leggeri spifferi di aria più fredda in quota per favorire il rapido e improvviso sviluppo di temporali particolarmente intensi, anche se spesso risultano avari di precipitazioni. Negli ultimi giorni temporali intensi hanno interessato pure la penisola Arabica, sconfinando in pieno deserto, con vari “Clusters” e sistemi “Multicellulari” che hanno dato luogo a rovesci di pioggia, localmente intensi, ma distribuiti a macchia di leopardo su un territorio piuttosto vasto.

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