Quando siamo alla ricerca di qualcosa che abbiamo perso, nel cervello si accede come una specie di “radar”, e si attivano aree visuali e non visuali che sono deputate alla ricerca di persone, animali e oggetti. E’ quanto emerso da uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori della University of California, Berkeley. I risultati sono stati pubblicati in un articolo della rivista Nature Nuroscience. Quando si cerca qualcosa o qualcuno anche quelle aree normalmente dedicate al riconoscimento di oggetti diversi da quello che stiamo cercando, o che sono sintonizzate sui pensieri astratti, cambiano la loro “destinazione” e partecipano alla ricerca. Se, per esempio, stiamo cercando un figlio nella folla, il cervello rapidamente diventa un radar altamente focalizzato sulla ricerca del bambino e re-indirizza le sue risorse a questo scopo, in modo molto più dinamico rispetto a quanto si pensasse finora. Questi cambiamenti avvengono in molte regioni, come la corteccia prefrontale che di solito elabora il pensiero astratto, e non solo in quelle deputate alla visione.
Salute: nel cervello un “radar” che ci aiuta a cercare
