Il sospirato arrivo della primavera non cancella tutti gli effetti negativi che il freddo prolungato ha prodotto sul calendario agricolo. I grossi ritardi sulle operazioni di semina a causa del maltemporischiano di influenzare la prossima campagna con un calo della produzione (Plv) agricola anche del 10%. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Fino a dieci giorni fa le precipitazioni insistenti e abbondanti, soprattutto al Nord-Est, hanno impedito i lavori di pre-semina, come l’aratura e la fresatura del suolo -ricorda la Cia- e poi i terreni allagati e fangosi hanno reso quasi impossibile entrare in campo con le macchine agricole. Adesso, con la comparsa del bel tempo e l’aumento delle temperature anche sopra la media, i produttori agricoli hanno potuto finalmente rimettersi a lavoro per cercare di recuperare il ritardo accumulato -osserva la Cia-. Purtroppo e’ evidente che se si sposta il calendario ‘classico’ da marzo ad aprile cambiano i tempi di maturazione delle colture e sale il rischio di giungere alla fase della raccolta con una pianta piu’ debole e, quindi, con una resa produttiva inferiore. A correre piu’ pericoli per colpa del clima impazzito che ha fatto slittare i tempi delle semine -evidenzia la Cia- sono soprattutto mais, soia e girasole, che potrebbero subire una flessione nelle previsioni di produzione superiori al 15%.
Sole e caldo? Non bastano per l’agricoltura: troppa sofferenza per il maltempo degli ultimi mesi nelle campagne italiane
