La continua crescita di detriti spaziali pone una minaccia crescente per tutti quei satelliti che orbitano in quelle vitali regioni. Dal 22 al 25 aprile prossimo, centinaia di scienziati da tutto il mondo si incontreranno allo European Space Operations Centre dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) di Darmstadt, Germania, per confrontare le proprie ricerche nel settore e trovare soluzioni al problema. Una delle soluzioni potrebbe essere l’arpione proposto dall’ingegner Jaime Reed della societa’ spaziale tecnologica Astrium. Il piano di Astrium per affrontare satelliti dimessi e’ utilizzare un aereo telecomandato per inseguire il veicolo spaziale, sparargli un arpione spinato addosso e quindi utilizzare un piccolo propulsore attaccato a una cordicella per trainare il satellite fuori uso verso l’atmosfera dove, rientrando, brucera’ in modo sicuro. Il sistema dell’arpione e’ stato testato in laboratorio nel Regno Unito e Reed presentera’ i risultati alla conferenza tedesca. Reed stima che il sistema potrebbe affrontare 10 obiettivi per ogni missione e le simulazioni mostrano che anche rimuovere solo 5 satelliti su 10 ogni anno, potrebbe essere sufficiente a “stabilizzare la popolazione dei detriti”. Si stima che nello spazio ci siano circa 6mila tonnellate di ‘spazzatura’: detriti che, per circa due terzi, derivano da oltre 240 esplosioni di veicoli che sono andati incontri a rottura e da meno di 10 collisioni conosciute. Secondo la Nasa, ci sono circa 29mila pezzi di spazzatura spaziale piu’ grandi di 10 centimetri, 670mila piu’ grandi di 1 centimetro e 170 milioni sopra il millimetro. La maggior parte delle missioni satellitari robotiche sono vulnerabili alle particelle fino a 5 millimetri.