Acqua, i numeri dell’emergenza. Il sottosegretario D’angelis: “rischiamo una brutta figura mondiale”

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“La tariffa per l’acqua si delinea, finalmente, ma ora devono parlare i numeri e le regole”. Potrebbe essere  questa la sintesi che accomuna tutti gli attori del sistema idrico nazionale che per la prima volta hanno analizzato stamattina a Firenze il metodo tariffario transitorio proposto dall’autorità per l’energia ed il gas.

“Da fine giugno lo Stato dovrà far fronte a centinaia di milioni di euro di sanzioni dall’Unione Europea sul tema della depurazione – ha ricordato il sottosegretario alle infrastrutture Erasmo D’Angelis – multe che andranno dai 20 mila ai 700 mila euro al giorno! Dobbiamo evitare questa figuraccia mondiale, paragonabile a quella dei rifiuti a Napoli. Due italiani su dieci non sono collegati ad una fogna e tre su dieci non sono collegati ad un depuratore. L’acqua è un bene comune e universale, quindi non può più essere rimosso dalle politiche economiche nazionali”.

Di instabilità normativa, di impossibilità di garantire i 4,5 miliardi di euro l’anno necessari, di paragoni con le realtà internazionali e dei possibili effetti del nuovo metodo tariffario, hanno parlato stamani a Firenze Erasmo D’Angelis (Sottosegretario alle Infrastrutture), Guido Bortoni (Presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas), Bernardo Bini Smaghi (Cassa Depositi e Prestiti), Corrado Santini (F2i), Lars Anwandter (Bei) e Adolfo Spaziani (Direttore generale di Federutility).

“Per far fronte agli investimenti del settore idrico (oltre 65 mld nei prossimi 30 anni), il governo scelga come finanziare le opere: tasse, trasferimenti o tariffe”. E’ questo l’appello Adolfo Spaziani, direttore generale di Federutility – la federazione dei Gestori idrici italiani. Al convegno è stato presentato il dossier di Federutility sugli investimenti attesi, in particolare quelli direttamente connessi con la tutele della risorsa idrica e dell’ambiente.

E’ il fronte della depurazione, infatti, quello di maggiore allarme, a causa della condanna da parte della Corte di Giustizia Ue per il mancato trattamento dei reflui urbani. Le sanzioni previste possono arrivare a 714.240 euro al giorno, ad una multa secca in base al Pil (che per l’Italia potrebbe essere di 9.902.000 euro) e alla sospensione dei finanziamenti europei.

E’ proprio per scongiurare il rischio di queste sanzioni che Federutility chiede al governo che si inserisca stabilmente nei piani di programmazione pluriennali e nei documenti economici quale sarà la proporzione tra tasse, trasferimenti e tariffe nella copertura degli investimenti del servizio idrico.

Si tratta del metodo europeo (EUREAU), che prevede la copertura dei costi dei servizi pubblici attraverso le tasse (indipendentemente dal consumo idrico e dalla composizione del nucleo tariffario); i trasferimenti (dall’Ue, dallo stato e dagli enti territoriali, con condizioni di erogazione per area e caratteristiche progettuali); o tariffe (direttamente collegate al consumo e al servizio reso, in quanto corrispettivo).

Il dossier sugli investimenti di Federutility (basato su una ricognizione dei 34 maggiori gestori idrici) mostra che l’ammontare complessivo degli investimenti che possono essere messi immediatamente in cantiere  è di 4.569.145.981 euro divisi come segue:

  • –       1.803.066.106 euro per le aziende del Nord Italia (corrispondente al 39% del totale);
  • –       938.403.211 euro per le aziende del Centro Italia (corrispondente al 21% del totale);
  • –       1.827.676.644 euro (per le aziende del Sud Italia (corrispondente al 40% del totale).

Il numero totale di interventi corrispondenti è 628, diviso come segue (Fig. in coda):

  • –       74 interventi previsti dalle Aziende del Nord Italia (corrispondente al 12 % del totale);
  • –       160 interventi previsti dalle Aziende del Centro Italia (corrispondente al 25 % del totale);
  • –       394 interventi previsti dalle Aziende del Sud Italia (corrispondente al 63 % del totale).

I dati sono riassunti nella tabella sottostante, da cui emerge in sostanza che la maggior parte degli investimenti necessari sono concentrati sulla manutenzione e sulla costruzione di nuovi impianti di fognatura e depurazione, soprattutto nel Mezzogiorno.

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