Domani il massimo avvicinamento alla Terra del grande asteroide 1998 QE2

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Credit: NASA
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Domani, alle 22:59 (ora italiana), un grande asteroide di poco più di 2 chilometri di larghezza farà il suo massimo avvicinamento alla Terra. L’evento, non pericoloso per il nostro pianeta, rappresenta, tuttavia, una grande opportunità per studiare un corpo celeste così grande senza l’ausilio di sonde spaziali. Grande come nove navi da crociera, l’asteroide scoperto il 19 Agosto del 1998 dal Massachusetts Institute of Technology ed il cui codice assegnatogli dal Minor Planet Center di Cambridge è 1998 QE2, si avvicinerà a 5,8 milioni di chilometri dalla Terra. Il corpo celeste in transito sarà oggetto di osservazioni ad alta risoluzione da parte dei radiotelescopi di Goldstone e di Arecibo, i quali potrebbero rivelare una serie di caratteristiche superficiali sino ad ora sconosciute. Il capo della NASA, Charles Bolden, descriverà la visione dell’oggetto in diretta streaming già questa sera alle 19:39 (ora italiana), durante una trasmissione condotta dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California. “Ogni volta che un asteroide transita ad una distanza di questo tipo – afferma l’astronomo Lance Benner del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena – fornisce un’importante opportunità scientifica per studiare in dettaglio la sua dimensione, forma, rotazione, caratteristiche superficiali e origine”. Saranno migliorate inoltre le tecniche di calcolo per i parametri orbitali e prevedere la sua destinazione futura. “Sarà eccitante osservare questo oggetto in modo dettagliato”, ha detto Benner. “Con il radar si può trasformare un semplice puntino di luce in un piccolo mondo con le sue caratteristiche. In un cerso senso – continua – il passaggio di questi oggetti rappresenta un modo per esplorare un’intera classe di oggetti del sistema solare”. Questi corpi erranti possono avere le forme più svariate: dall’osso di cane a un diamante, da una patata ad una sfera. Sarà interessante osservare quella di 1998 QE2.

Credit: NASA
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Osservare l’asteroide ad occhio nudo è improponibile. Anche da un luogo privo di inquinamento luminoso, l’oggetto sarà 100 volte più debole della più debole stella visibile nel cielo. La NASA attribuisce una priorità elevata al monitoraggio degli asteroidi che potrebbero intersecare prima o poi l’orbita della Terra: i cosiddetti near-Earth. Ad oggi si conosce il 98% di questi oggetti grazie ad una marea di ricercatori, università, enti, coinvolti nella ricerca. Nel 2016 la NASA lancerà una sonda robotica per uno degli oggetti potenzialmente più pericolosi: 101955 Bennu. La missione fungerà da apripista per i futuri veicoli spaziali progettati per effettuare ricognizioni su eventuali oggetti minacciosi scoperti di recente. Oltre a queste finalità, lo studio di asteroidi e comete consente di conocere meglio le origini del nostro sistema solare, le origini degli oceani e delle molecole organiche che hanno portato la vita sulla Terra.

asteroide 1998QE2

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