“L`alluvione di questi giorni è una calamità; un`altra catastrofe come quella del 2010, forse non delle medesime dimensioni per quanto riguarda la superficie colpita, ma dal punto di vista dell`avversità atmosferica assolutamente sì e anche peggio”. Non ha dubbi il presidente del Veneto Luca Zaia, nel tracciare i contorni della nuova tragedia che si è abbattuta sul Veneto ieri e che non è ancora terminata, con precipitazioni eccezionali e anomale per la stagione. “Un morto e un ferito, disintegrate le spiagge, agricoltura in ginocchio – ha sintetizzato Zaia – 30 metri d`argine scomparsi, famiglie sfollate, e stiamo ancora monitorando le frane, mentre attendiamo di vedere cosa accadrà oggi pomeriggio nel padovano, dove sta arrivando la piena del Bacchiglione in contemporanea, diversamente dal 2010, con un Brenta anch`esso in piena e incapace di riceverne parte delle acque. La provincia più colpita questa volta è stata Verona, con l`esondazione a san Bonifacio, ma anche Vicenza ha subito danni molto alti. Abbiamo dovuto scegliere di abbattere un argine per allagare campi invece che un centro abitato”. “Questa mattina abbiamo stanziato un milione di euro per i primi interventi indifferibili e urgenti”, ha annunciato Zaia, ma “è una goccia d`acqua in un mare in tempesta. Non abbiamo formalmente firmato la richiesta di stato calamità, ma la Regione lo dichiara: date la cosa per formalizzata, si tratta solo di censire i Comuni colpiti non appena i sindaci potranno togliersi un momento gli stivali e preparare le carte. Scriverò anche a tutti parlamentari, al Presidente del Consiglio, ai portatori di interessi, per sensibilizzarli sulla situazione”.
NIENTE NUOVE TASSE – ”Non intendo far pagare nessuna tassa ai Veneti per far fronte ai danni dell’alluvione: altrove ci sarebbero stati gia’ piagnistei, ma qui abbiamo le palle, pur ammettendo la necessita’ di un intervento dall’alto”. Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, tornando poi sulla necessita’, oltre ai fondi, anche di poteri commissariali. ”La filosofia di ‘Roma scartoffia’ – ha aggiunto – non capisce la necessita’ di operativita’: siamo di fronte al solito ufficio complicazione affari semplici. E’ normale, mi chiedo, che un’opera che salva la vita sia vincolata, oltre che dal patto di stabilita’, anche dalla mancanza della previsione di procedure d’urgenza? Ci sta bene il controllo della Corte dei conti, ma poi ci diano il via e vengano da Roma a fare le opere se ritengono che un governatore legalmente eletto sia un deturpatore del territorio”. ”Anche questa alluvione – ha concluso – merita l’apertura di una gestione commissariale”, precisando pero’ che ”sarebbe assurdo metterne in piedi un’altra, quando ci sono gia’ strutture commissariali esistenti che funzionano: basta solo dotarle di pieni poteri e non trasformare la vicenda in una serie di avvisi di garanzia”.