
Si nota l’affondo di aria molto fredda in prossimità della Siberia centro-occidentale, ad est degli Urali
Dopo la brusca scaldata dei giorni scorsi, con i termometri schizzati improvvisamente oltre la soglia dei +20°C +22°C, freddo e neve in questi ultimi giorni sono tornati ad interessare buona parte dei territori della Siberia occidentale e centrale. Il sensibile rallentamento della portata del “getto polare”, sopra il nord della Russia europea ed il comparto siberiano, ha agevolato l’affondo di una saccatura artica, colma di aria gelida di origini polari a tutte le quote, dal mar Glaciale Artico fino al cuore della Siberia centro-occidentale, nell’area ad est degli Urali. Tale saccatura artica nei giorni scorsi, disponendo il proprio asse in direzione del bassopiano della Siberia occidentale, venendo pressata da ovest da un modesto promontorio anticiclonico che si è collocato a ridosso della regione degli Urali, ha cominciato a subire un processo di “Stretching” che è terminato con l’isolamento di una profonda depressione, a carattere freddo, con un minimo al suolo sceso sotto la soglia dei 985 hpa e un minimo di geopotenziale (a 500 hpa) che si è collocato sulla parte più orientale del bassopiano siberiano occidentale. Il profondo vortice di aria gelida, d’estrazione artica, colmo a tutte le quote di masse d’aria piuttosto fredde, sprofondando sul comparto occidentale siberiano, ha determinato una fase di marcato maltempo, con l’avvento del freddo e della neve fino al piano su buona parte delle località della Siberia centro-occidentale.
L’aria molto fredda, in discesa dal mar Glaciale Artico tramite una ventilazione a tratti sostenuta da NO e O-NO, si è depositata sopra lo strato di aria molto più mite, precedentemente depositato nei bassi strati dalla recente avvezione calda che aveva colpito buona parte dei territori della Siberia occidentale e centrale. I forti contrasti termici che si sono venuti a creare hanno destabilizzato l’atmosfera, favorendo lo sviluppo di una estesa copertura nuvolosa, attorno il vortice depressionario, che ha dispensato dapprima delle piogge, rapidamente girate in nevicate fino al piano, per l’affondo verso sud del “cuore gelido” in quota della saccatura, con l’isoterma di -10°C a 850 hpa scivolata poco ad est degli Urali centrali. Le nevicate più abbondanti hanno colpito il settore più settentrionale della Siberia occidentale, ed in particolare l’area fra la penisola di Jamal e la penisola di Gyda. Nella città di Vorkuta nevica, in modo anche incessante dalla giornata di ieri, con il termometro sceso sotto i -8°C -9°C, mentre il vento medio sostenuto, da NO e O-NO, ha soffiato con picchi superiori alla soglia dei 25 km/h. Nevicate persistenti, accompagnate da una gelida e sostenuta ventilazione da NO che ha raggiunto punte di oltre i 54 km/h, hanno investito pure la città di Novyi Urengoi, dove la pressione barometrica nelle ultime ore ha subito un vero tracollo, sotto i 992 hpa. Nelle prossime ore le nevicate, generalmente di debole e moderata intensità, in atto tra la penisola di Jamal e la penisola di Gyda, si estenderanno fino all’area di Surgut e Nizhnevartovsk.
Al momento su Surgut, come su Nizhnevartovsk, il cielo si presenta molto nuvoloso, con una ventilazione da NO fra il debole ed il moderato e una temperatura scesa sotto i -2°C -3°C. Fra oggi e domani l’irruzione di aria molto fredda, che scende lungo il bordo occidentale della circolazione depressionaria, raggiungerà pure il sud della Siberia occidentale, producendo un brusco calo dei valori termici fra la regione di Omsk, Novosibirsk e Kemerovo, con l’avvento di possibili nevicate sparse e persino qualche rovescio nevoso, che potrà depositare degli accumuli di neve fresca sul terreno, imbiancando temporaneamente le foreste di conifere che caratterizzano il bassopiano siberiano occidentale. Il freddo persisterà a lungo, almeno per buona parte della nuova settimana sul comparto siberiano centro-occidentale. Poco più ad est, invece, sarà attiva la rimonta di aria più mite, dai quadranti meridionali, proveniente dalle steppe del Kazakistan orientale, che sta determinando un aumento delle temperature sull’altopiano della Siberia centrale. Basti pensare che in questo momento, in località come Mirnvy, Bratsk e Krasnoyarsk, la colonnina di mercurio ha già varcato la soglia degli +8°C +9°C. Segno tangibile della risalita di masse d’aria più tiepide e relativamente umide, soprattutto nei medi e bassi strati, dall’Asia centrale. Notevoli pure i +5°C toccati poco fa da Hatanga, a circa 72° di latitudine nord, sulla Siberia settentrionale, o i +7°C di Olenek, grazie anche al contributo della mite ventilazione da SE e S-SE che sta risalendo lungo il settore pre-frontale (bordo orientale) della depressione a carattere freddo semi-stazionaria sulla Siberia centro-occidentale.