Grande festa per il Nepal che celebra oggi i 60 anni della conquista dell’Everest rendendo un caloroso omaggio ai due alpinisti, il neozelandese Sir Edmund Hillary e lo sherpa Tenzing Norgay, che riuscirono per primi nell’impresa di raggiungere la vetta del Tetto del mondo. Da allora la loro via è stata ripercorsa da migliaia di alpinisti (circa 4mila), tanto da rendere l’Everest, con i suoi 8.848 metri, il simbolo delle montagne vandalizzate dal turismo di massa. Quattro giorni di festeggiamenti sono previsti per questo che è stato ribattezzato il “Giubileo di diamante dell’Everest” e che si concluderanno con un gala nell’ex palazzo reale di Katmandù in onore di Hillary e di Norgay.
Oggi nel primo giorno di questi festeggiamenti, due nipoti di Hillary, il grande alpinista italiano Reinhold Messner, il nipote di Norgay, Tashi Tenzing, e l’ultimo membro della spedizione del 1953 ancora in vita, Kancha Sherpa, hanno sfilato in un carro trainato da un cavallo attraverso la capitale nepalese, applauditi dalle centinaia di persone assiepate lungo le strade. A 81 anni oggi, Kancha Sherpa ricorda una spedizione difficile dall’epilogo felice ma si rammarica che il successo non sia stato riconosciuto equamente a tutti i partecipanti. “Tutti hanno saputo che Tenzing e Hillary hanno raggiunto l’Everest ma nessuno sa fino a che punto abbiamo lavorato sodo lungo tutto il percorso”, ha detto. La spedizione durò due mesi e mobilitò più di 300 persone che trasportavano 8 tonnellate di materiale. L’Everest è oggi una manna turistica per il Nepal.
In particolare quest’anno, proprio in occasione del sessantesimo anniversario di quella storica ascensione, l’affollamento sulle pendici dell’Everest ha raggiunto livelli mai visti, con veri e propri ingorghi sulla via di salita alla vetta, presa d’assalto da centinaia di alpinisti, da professionisti a clienti di spedizioni commerciali. Imprese alpinistiche, turismo, caccia ai record: quest’anno ha scalato la vetta un giapponese ottantenne, il più anziano ad aver mai raggiunto il tetto del mondo, una alpinista nepalese, prima donna in vetta per due volte nella stessa stagione, un’indiana con una gamba sola, il primo palestinese, la prima donna saudita. Una volta in vetta, fotografie e telefonate di rito, poi via in fretta per lasciare il posto agli altri. “Penso che ciò che hanno compiuto mio nonno e Edmund Hillary sia grandioso e storico”, ha detto giorni fa Tashi Tenzing, nipote dello sherpa Tenzing Norgay. “Ma credo anche – ha aggiunto – che il sessantesimo anniversario debba essere un’occasione per riflettere sulla montagna e su quello che abbiamo fatto alla montagna”. Pur riconoscendo l’importanza dell’alpinismo himalayano per l’economia del Nepal, Tanzing ha sottolineato quanto la tutela delle montagne e del loro ecosistema sia altrettanto fondamentale. Fra i vari eventi previsti per l’anniversario, vi è anche una campagna di pulizia sulle pendici dell’Everest e al campo base, dove i rifiuti lasciati da centinaia di spedizioni offrono una spettacolo raccapricciante di sporcizia.