Il miglioramento di queste ore risulterà a quanto effimero, visto che già dalla seconda parte di domani un nuovo peggioramento inizierà a coinvolgere la nostra penisola, dispensando le prime piogge e i primi rovesci ad iniziare dalla Liguria, Valle d’Aosta, Piemonte, ovest della Lombardia e Sardegna. Tutto parte da un nuovo importante cambiamento della circolazione atmosferica su scala emisferica, indotto dal nuovo riassetto del vortice polare, il quale riposizionerà i propri elementi principali sul gelido mare di Beaufort, ad ovest dell’arcipelago Artico canadese e a nord delle coste dell’Alaska. Il nuovo ricollocamento del vortice polare in sede artica è indotto dall’isolamento di una cellula anticiclonica in prossimità delle isole Svalbard, con un’area di massimi di geopotenziale, posizionata fra il nord-est della Groenlandia e l’Artico norvegese, che contribuirà a rallentare il flusso in seno al ramo principale del “getto polare”. L’indebolimento del “getto”, alle alte latitudini, agevolerà lo sviluppo di grandi onde mobili, note come “onde di Rossby”, particolarmente attive fra gli States, il nord Atlantico e l’Europa. Proprio al traverso del meridiano di greenwich, fra le Isole Britanniche e la Spagna, prenderà slancio una ampia ondulazione ciclonica, colma di aria fredda in quota, che fra la serata di domani e la giornata di giovedì entrerà sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo, con il suo ramo ascendente attivo (bordo orientale).

Si nota l’andamento ondulato del “getto polare” attorno l’Artico con l’affondo della saccatura oceanica al traverso del Regno Unito e Spagna
Quest’ultimo affondando fin sul Marocco e sul nord dell’Algeria, con i propri elementi più meridionali, innescherà un sostenuto richiamo di calde correnti sciroccali, che dall’entroterra desertico algerino e libico si spingerà verso il Mediterraneo centrale, risalendo i mari attorno l’Italia tramite una tesa ventilazione da SE e S-SE, che nella giornata di giovedì tenderà ulteriormente a rafforzarsi fra le coste della Sicilia settentrionale, lo Ionio, il Canale d’Otranto ed il bacino Adriatico, raggiungendo la soglia d’attenzione, con raffiche di oltre i 60-70 km/h in mare aperto. Sul medio-alto Adriatico i venti da S-SE potranno avvicinarsi alla soglia della burrasca debole, causando un notevole aumento del moto ondoso, specie nel tratto a largo delle coste della Dalmazia, dove il mare passerà da molto mosso ad agitato, con onde di oltre i 2.5 metri. Un moto ondoso piuttosto sostenuto si presenterà pure fra il medio-basso Tirreno, lo Ionio ed il Canale d’Otranto, dove si formeranno delle onde di “mare vivo” che supereranno i 2.0 metri di altezza. Come accade di norma in ogni peggioramento, in ingresso dal nord Atlantico, il caldo flusso pre-frontale, di matrice sub-tropicale continentale, dapprima investirà le nostre regioni meridionali e le isole maggiori, spingendo aria calda ma relativamente secca (data l’origine desertica della massa d’aria sub-tropicale) che convoglierà ammassi nuvolosi stratiformi, accompagnati da polvere desertica in sospensione in quota. Qui l’effetto più rilevante, soprattutto in Sicilia, sarà la rapida impennata dei valori termici che si concretizzerà fra domani e giovedì, dove sulle aree costiere della Sicilia settentrionale i valori termici potranno avvicinarsi alla fatidica soglia dei +29°C +30°C per merito dell’effetto favonico.
Man mano che salgono il bacino centrale del Mediterraneo le calde e originariamente secche correnti sciroccali, scorrendo sopra il mar Tirreno, lo Ionio e l’Adriatico, cominceranno ad umidificarsi sensibilmente nei medi e bassi strati, instabilizzandosi e raggiungendo le regioni centro-settentrionali sotto forma di venti piuttosto tiepidi ma molto umidi, capaci di addossare una copertura nuvolosa piuttosto estesa in prossimità dei rilievi dell’Appennino settentrionale, specie tra l’arco ligure e la Toscana, e dei versanti meridionali di Alpi e Prealpi (fra Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli), dove il notevole “forcing” orografico (i rilievi alpini e prealpini ergendosi da blocco all’umido flusso meridionale costringeranno le masse d’aria a salire bruscamente verso l’alto in prossimità dei primi contrafforti montuosi, avvicinandole più rapidamente alla saturazione) agevolerà lo sviluppo di importanti correnti ascensionali che daranno la stura a rovesci e a fenomeni temporaleschi, anche di moderata o forte intensità sulle aree pedemontane. Difatti, le precipitazioni più intense, fra giovedì e il fine settimana, si concentreranno proprio fra la Liguria e le regioni di nord-ovest, con particolare riguardo per i settori pedemontani di Piemonte, Lombardia e Veneto, successivamente pure il Friuli, dove le forzature orografiche all’umido flusso pre-frontale dai quadranti meridionali (con moderata curvatura ciclonica in quota) favoriranno lo sviluppo di ammassi nuvolosi cumuliformi, capaci di dare la stura a forti rovesci di pioggia e temporali, anche di moderata o forte intensità fra le giornate di giovedì e venerdì. Le cumulate più rilevanti, fra giovedì e venerdì, si dovrebbero registrare fra l’alto Veneto e le aree pedemontane del Friuli, fra vicentino, trevigiano e udinese, con possibili picchi di oltre i 90-100 mm in meno di 24 ore a ridosso dei settori prealpini. Si tratta per l’appunto di accumuli veramente significativi, che potranno determinare locali allagamenti e smottamenti. Sulle Alpi, invece, la neve cadrà a quote superiori ai 2000 metri, con un possibile abbassamento sotto tale quota dal weekend, ad iniziare dalle Alpi occidentali.