La stagione delle tempeste si è ufficialmente inaugurata sul Pacifico orientale, dopo la nascita dei primi sistemi tropicali organizzati a largo delle coste messicane. Proprio come avevamo previsto nei giorni scorsi, a causa del notevole innalzamento verso nord dell’ITCZ sul Pacifico orientale, si è venuta a creare la situazione congeniale per lo sviluppo della seconda tempesta tropicale, a largo delle coste del Messico meridionale. Al momento il “fronte di convergenza intertropicale” sta presentando una posizione molto avanzata in una larga fetta del Pacifico orientale. Questo notevole avanzamento verso nord dell’ITCZ sta contribuendo a rinforzare il flusso monsonico davanti le coste dell’America centrale, con l’attivazione di una moderata ventilazione meridionale che si propaga fino agli 8° 10° di latitudine nord. Questi sostenuti venti meridionali sono collegati al flusso dell’Aliseo di SE (attivo nell’emisfero australe), che dopo aver oltrepassato la linea dell’equatore, a causa dell’innalzamento di latitudine dell’ITCZ, irrompono sull’emisfero boreale, con una ventilazione da Sud e S-SO, che sale di latitudine (fino ai 10° di latitudine nord) e tende ad interagire e a convergere con le correnti orientali, legate all’Aliseo di NE (sull’emisfero boreale), in uscita dalle alture dell’America centrale. L’interazione fra gli Alisei dei due emisferi sta agevolando lo sviluppo di importanti moti rotatori nei bassi strati, che strutturandosi anche alle quote superiori della troposfera e associandosi all’intensa attività convettiva che caratterizza l’ITCZ, potranno successivamente evolvere in vere e proprie circolazioni depressionaria tropicali, capaci di trasformarsi in depressioni o tempeste tropicali (le prime per il 2013 sul Pacifico orientale).
Da tale interazione, fra la ventilazione meridionale proveniente dalla fascia pacifica equatoriale e le più secche correnti orientali, attive a latitudini più settentrionali sul Pacifico orientale, si è sviluppata la nuova tempesta tropicale “Barbara”, che fra poche ore si spingerà verso le coste del Messico meridionale, dopo essersi ulteriormente intensificata sul golfo di Tehuantepec. La perturbazione al momento è caratterizzata da una intensa attività convettiva, e da un moto rotatorio ormai ben collaudato ai lati, pur essendo giunta a ridosso delle coste messicane. Stando al suo movimento entro la prossima notte dovrebbe cominciare ad effettuare il “landfall” nell’area costiera ad est della città di Salina Cruz, nello stato dell’Oaxaca, dove apporterà forti piogge e dei temporali che colpiranno in modo battente l’area ad est del distretto di Tehuantepec e le zone montuose del vicino retroterra. Le intense precipitazioni, che potranno superare i 150-200 mm in poche ore a ridosso del distretto di Tehuantepec, rischiano di poter determinare dei “flash floods”, con frane smottamenti sulle aree montuose del vicino retroterra, nello stato dell’Oaxaca. Fortunatamente si tratta di una tropical storm di piccole dimensioni, capace di concentrare i fenomeni precipitativi più rilevanti su zone più ristrette. L’area interessata dal “landfall” è poco avvezza ai passaggi di tempeste tropicali o uragani. Solo l’uragano “Rick”, nel 1997, riuscì ad effettuare il “landfall” nell’area del golfo di Tehuantepec.
Veramente singolare come particolare. “Barbara”, nel corso del “landfall”, presentando un minimo barico sceso a 995 hpa, presenta un “gradiente barico orizzontale” piuttosto compresso che attiverà venti forti a rotazione ciclonica su tutto il golfo di Tehuantepec, con raffiche di oltre i 100-110 km/h. Lungo il bordo sud-orientale della tempesta sono in azione forti venti da S-SO e SO che stanno alzando un importante moto ondoso che nelle prossime ore si dirigerà verso le aree costiere del Messico meridionale, fra lo stato dell’Oaxaca e il Chiapas, e le coste settentrionali del Guatemala, determinando delle mareggiate fino all’area di Champerico. Dopo aver raggiunto la terra ferma il sistema dovrebbe cominciare ad essere indebolito dalla locale topografia del Messico meridionale, declassandosi velocemente in una depressione tropicale che sarà in grado di apportare precipitazioni convettive davvero significative, per almeno altre 48-72 ore. I rilievi dell’entroterra messicano, infatti, arresteranno in parte il processo di autoalimentazione che tiene in vita la tempesta.
Ma ciò non toglie che il vortice depressionario tropicale, pur indebolito dal forte attrito esercitato dalle catene montuose che dominano l’entroterra messicano meridionale, sarà in grado di risucchiare dall’antistante golfo di Tehuantepec masse d’aria calde e molto umide, dal bordo orientale e meridionale della perturbazione tramite una sostenuta ventilazione meridionale, che impattando sui rilievi dell’entroterra messicano rischiano di dispensare piogge e rovesci particolarmente abbondanti, fra il settore orientale dello stato di Oaxaca e la parte più occidentale del Chiapas, dove non si escludono locali inondazioni e smottamenti diffusi. Dopo aver sorvolato l’entroterra messicano i resti di “Barbara”, fra domani e sabato, continueranno a muoversi verso nord, al punto da spingersi fino al golfo del Messico, finendo sulla baia di Campeche. Ma la depressione tropicale è troppo piccola e il suo movimento potrebbe essere troppo lento per favorire un trasferimento del sistema depressionario tropicale fino al golfo del Messico. In pratica “Barbara” potrebbe dissiparsi entro sabato sull’entroterra del Messico meridionale, dopo aver apportato forti piogge fra gli stati di Oaxaca e Chiapas, ancor prima di arrivare sulla baia di Campeche. Se fosse stata più grande la tempesta tropicale, mantenendo parte del suo formato originario, si sarebbe potuta rigenerare sopra le calde acque superficiali della baia di Campeche, sul golfo del Messico. Tale eventualità al momento appare molto bassa, anche a causa della presenza di un sostenuto “Wind Shear” in quota sopra il golfo del Messico, nel prossimo fine settimana, che tenderà ad inibire l’approfondimento della depressione tropicale, associata ai resti di “Barbara”.