La zona devastata dal tornado che ha colpito ieri gli Usa e’ chiamata ‘Tornado Alley’ proprio ”perche’ e’ caratterizzata dall’alta frequenza della formazione di tornado ad alta intensita’. Gran parte di studi e conoscenze che noi abbiamo vengono da quell’area, molto vulnerabile al fenomeno”. E’ quanto afferma Massimiliano Pasqui, ricercatore del Cnr-Ibimet. La Tornado Alley corrisponde alla regione centrale degli Stati Uniti d’America. Comprende le pianure dei fiumi Mississippi e Ohio, la valle del basso corso del fiume Missouri, cosi’ come la parte sud-orientale degli Stati Uniti. ”La sua vulnerabilita’ – spiega l’esperto – e’ legata al passaggio di perturbazioni e risalita di correnti molto umide da Golfo del Messico che spesso presentano delle ‘super celle’ convettive che possono generare i tornado”.
I ricercatori studiano da anni tutta l’area per capire come si generano e si spostano i tornado. ”La cella convettiva che li puo’ generare – afferma Pasqui – ha una vita di parecchie ore, ma non e’ detto che li generi”. La formazione del tornado e’, infatti, un passo successivo del tutto imprevedibile sia per quanto riguarda il momento e il luogo della genesi, sia per la direzione che prendera’. ”Quello che si puo’ prevedere con largo anticipo – continua – e’ la possibilita’ della genesi, ma e’ altamente difficile sapere quando e se di verifichera’ e l’impatto che avra’, anche perche’ poche decine di km possono fare la differenza’ nel dare l’allerta”. Dunque e’ quasi impossibile dare con largo anticipo l’allarme, anche in aree frequentemente colpite. ”Anche l’Italia – conclude – non e’ immune dal fenomeno. Tutte le nostre coste sono a rischio e poi la zona dell’Emilia. Da noi pero’ l’intensita’ e’ decisamente inferiore”.