Pare quasi irraggiungibile quand’ e’ sera, illuminata come una torta senza tempo, farcita di tradizioni e innovazioni, un mix di storia e cultura. La distinguerei tra mille altre la mia Kriptaliae, così timida ma imponente si erge su quel pendio.
Col venticello estivo tra i capelli, la percorro in lungo e in largo, e il naufragar m’e’ dolce in questo mare. Con un’indescrivibile leggerezza, mi lascio per un po’ alle spalle il caos cittadino e porta S. Giorgio, da valido Caronte grottagliese, mi traghetta in una dimensione atemporale.
Un cane, affacciato ad un balcone, mi scruta come se volesse chiedermi “Chi sei?”. Si, perché pochi conoscono quest’ altra anima di Grottaglie, tra sostanza e forma, col profumo di pane fresco appena sfornato che si propaga nell’aria e gli anziani del popolo che, non conoscendo i passi carrabili, rivendicano fermamente il loro territorio con sedie e vasi improvvisati.
Un uomo cammina in bicicletta tra le mura imbiancate di calce e i gerani in fiore…uno scenario d’altri tempi, ingenuamente sottratto alle foto in bianco e nero di De Vincentis e ai suoi trucchi fotografici di multiesposizione. Dove sono finiti i bambini che giocano spensierati tra i viottoli del centro storico o che a piedi nudi si schizzano l’acqua con la fontana? In quale barattolo sono state ermeticamente sigillate le vecchie tradizioni ed i sapori di una volta? Proprio mentre mi arrovello con inutili riflessioni,mi passa davanti una signora che mi chiede “Buonasera ragazza, a chi sei figlia? “.
Basta questa domanda per innescare tutto un meccanismo rievocativo che mi porta a riflettere su quanto il potere della consuetudine sia stato sopraffatto da quello della tecnologia, anche se è proprio la continua interferenza tra questi due mondi, che si integrano in un continuo ricambio, a rendere doverosamente viva la memoria dei nostri avi. Senza lamentarci della disoccupazione ma, piuttosto, collaborando fattivamente per valorizzare turismo ed artigianato, riscoprendo così l’importanza dei piccoli gesti, dei fichi essiccati al sole, delle fave e verdura, dei tornianti che animano l’argilla o semplicemente, del camminare da soli, gustandosi l’essenza della mia meravigliosa criptaliae.