A poco più di due settimane dalla partenza nello spazio, l’astronauta italiano Luca Parmitano ha già immortalato decine di immagini mozzafiato del nostro pianeta. Ad attirare l’attenzione dell’astronauta dell’ESA, sono stati questa volta due vulcani attivi: il Bagana, posto sull’isola di Bougainville, una delle più grandi dell’arcipelago delle Isole Salomone, e il Palluweh, in Indonesia. Il primo è uno dei vulcani più giovani e attivi della Melanesia, una delle regioni in cui tradizionalmente viene divisa l’Oceania. Alto 1750 metri, si tratta di un massiccio simmetrico in gran parte costruito da un accumulo di viscose colate laviche andesitiche. L’intero cono di lava potrebbe essere stato costruito in circa 300 anni e l’attività consiste generalmente nel versamento non esplosivo che mantiene una piccola cupola di lava nel cratere sommitale. Non manca l’attività ersplosiva con tanto di flussi piroclastici. Il secondo vulcano immortalato è conosciuto anche come Rokatenda, a nord dell’arco vulcanico che taglia l’isola di Flores. Anche se il vulcano sorge a circa 3000 metri dal fondo del mare, la sua vetta emerge soltanto per 875 metri sul livello del mare. La vasta regione di vertice irregolare contiene crateri sovrapposti fino a 900 m di larghezza e parecchie cupole di lava. La più grande eruzione storica del Paluweh si verificò nel 1928, quando una forte eruzione esplosiva fu accompagnata da una frana che generò un violento tsunami.