Salute, nanoparticelle negli ambienti industriali: a rischio saldatori e brasatori

MeteoWeb
Credit: Wikipedia.org
Credit: Wikipedia.org

Nanoparticelle presenti in alcuni ambienti industriali possono causare rischi per la salute degli operai che vi sono esposti. Ricercatori di Medicina del Lavoro della Facolta’ di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” dell’Università Cattolica di Roma hanno studiato i livelli ambientali del particolato nell’industria metalmeccanica. Lo studio ha messo in evidenza che le attività di saldatura e brasatura sono fonti di emissione, nell’ambiente di lavoro, di particelle di dimensione nanometrica (pari a un miliardesimo di metro. Una grandezza estremamente piccola se pensiamo che un capello ha diametro pari a circa 70.000 nanometri). Questa esposizione rappresenta un potenziale rischio per la salute dei lavoratori, che svolgono tali attività e dovrebbe essere accuratamente monitorata. L’osservazione è emersa da uno studio condotto dal gruppo di ricerca guidato da Ivo Iavicoli, professore aggregato di Medicina del Lavoro all’Università Cattolica di Roma, con la supervisione del professor Antonio Bergamaschi. Il lavoro è stato pubblicato sul Journal of Occupational and Environmental Medicine, una delle riviste più importanti nell’ambito della Medicina del Lavoro e dell’Igiene Industriale. In media ogni settimana vengono immessi sul mercato 3-4 prodotti di consumo che contengono nanoparticelle (cosmetici, schermi solari, tessuti traspiranti, idrorepellenti, antimacchia e con elevate prestazioni elastiche e termiche, vernici, inchiostri e additivi chimici). Infine, è bene ricordare che oltre alle nanoparticelle ingegnerizzate, che sono prodotte intenzionalmente dall’uomo, vi sono anche le nanoparticelle incidentali che sono generate in maniera involontaria da fonti antropogeniche, che consistono prevalentemente in processi di combustione a carattere domestico, veicolare o industriale e da particolari attivita’ lavorative quali le operazioni di saldatura, molatura, fusione, ablazione laser, taglio, lucidatura, e trattamento termico dei materiali. “Nello studio che abbiamo condotto per verificare l’emissione di nanoparticelle durante l’attivita’ di saldatura/molatura e di brasatura – spiega il professor Iavicoli – abbiamo riscontrato la presenza di significativi livelli aerodispersi di nanoparticelle in entrambe le attivita’ lavorative. In particolare durante la brasatura circa il 50% delle particelle campionate era costituito da nanoparticelle incidentali, mentre durante l’attivita’ di saldatura/molatura questa percentuale saliva a circa il 60%“. Questo lavoro è importante perche’, spiega l’esperto, “l’applicazione di idonee misure di prevenzione e protezione per garantire la tutela della salute dei lavoratori esposti a nanoparticelle non puo’ prescindere dalla conoscenza dei livelli aerodispersi delle nanoparticelle nei luoghi di lavoro. Pertanto, prima di programmare degli adeguati interventi di prevenzione sarebbe necessario effettuare un opportuno monitoraggio ambientale sia per conoscere i livelli espositivi che per identificare le possibili fonti di emissione. Successivamente la riduzione dell’esposizione puo’ essere ottenuta mediante l’attuazione di misure preventive di carattere organizzativo e strutturale, attraverso l’adozione di buone prassi di lavoro e l’utilizzo di adeguati dispositivi di protezione sia individuali che collettivi“.

Condividi