Le emissioni di gas della cometa ISON: nuove immagini dal telescopio Spitzer

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Credit: NASA/JPL-Caltech/JHUAPL/UCF
Credit: NASA/JPL-Caltech/JHUAPL/UCF

Utilizzando il telescopio spaziale Spitzer della NASA, gli astronomi hanno osservato quelle che con molta probabilità sono le forti emissioni di biossido di carbonio della cometa ISON nel suo lungo viaggio verso il Sistema Solare interno. Le immagini, catturate lo scorso 13 Giugno, hanno evidenziato una coda di ben 300 mila chilometri, con un’emissione giornaliera di 2,2 milioni di Kg di anidride carbonica e circa 120 milioni di Kg di polvere. “Ora – dice Carey Lisse, ricercatore presso la Johns Hopkins University, nel Maryland – sappiamo per certo che la lontana attività della cometa è stata alimentata da gas“. Le immagini sono state acquisite quando l’astro chiomato si trovava a quasi 500 milioni di chilometri dal Sole, ossia 3,35 volte più lontana della distanza che ci separa dalla nostra stella. “Queste osservazioni pongono le basi per ulteriori scoperte non appena partirà la campagna osservativa globale della NASA“, ha detto James L. Green, direttore del Planetary Science della NASA a Washington. “ISON è molto eccitante – continua – e crediamo che i dati raccolti ci possano aiutare a spiegare la formazione del nostro sistema solare“.

Credit: NASA, ESA, J.-Y. Li (Planetary Science Institute), and the Hubble Comet ISON Imaging Science Team
Credit: NASA, ESA, J.-Y. Li (Planetary Science Institute), and the Hubble Comet ISON Imaging Science Team

Ufficialmente nota come C/2012 S1, l’astro vanta un diametro di circa 5 chilometri, ossia le dimensioni di una piccola montagna. Il suo peso è compreso tra i 3,2 miliardi e 3.200 miliardi di chilogrammi. In realtà, poichè la cometa è ancora molto lontana, le sue vere dimensioni e la sua densità non sono state determinate con precisione. Come tutte le comete, ISON è una palla di neve sporca composta di polvere e gas ghiacciati, come acqua, ammoniaca, metano, biossido di carbonio, ossia gli elementi fondamentali che gli scienziati ritengono abbiano portato alla formazione dei pianeti circa 4,5 miliardi di anni fa. ISON sino a diecimila anni fa risiedeva nella lontana nube di Oort, una nube immaginaria, probabilmente sferica, nella quale sono contenute le comete che periodicamente si avviano verso il sistema solare. A causa di un disturbo gravitazionale questi oggetti ghiacciati si mettono in marcia verso il Sole, attratte da esso, affrontando un viaggio colmo di pericoli. C/2012 S1 transiterà al perielio (il punto più vicino al Sole) il prossimo 28 Novembre, quando effettuerà quello che viene definito un passaggio radente. La cometa si sta progressivamente riscaldando, e nel processo diversi gas subiscono una sublimazione, specie degli strati più superficiali. “Questa osservazione ci dà una buona immagine di una parte della composizione di ISON, e dell’estensione del disco protoplanetario da cui si sono formati i pianeti“, ha detto Lisse. Ne sapremo di più a fine Luglio, quando la cometa inizierà a scaldarsi ulteriormente. Il meglio deve ancora arrivare…!

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