L’Aquila, al via la seconda udienza del processo al “popolo delle carriole”: manifestarono per far rinascere il centro distrutto dal sisma

MeteoWeb

VIOLENTO SISMA SCUOTE L'ABRUZZO, CROLLI E VITTIMEIl prossimo 27 settembre inizia la seconda udienza del processo a carico del “popolo delle carriole”, cioè quei cittadini aquilani che la mattina del 28 marzo 2010, a quasi un anno dal terribile terremoto de L’Aquila, entrarono nella zona rossa armati di carriole e pale per rimuovere le macerie dal centro della città. Stufi di vedere il loro centro storico abbandonato, fortemente arrabbiati per la pubblicazione delle intercettazioni con le risate di alcuni imprenditori che ridevano sulla disgrazia degli aquilani fiutando il sapore di affari nel settore della ricostruzione, presero in mano pale e carriole e superarono le barriere della zona rossa. Venne chiamato “il popolo delle carriole”, un esercito di centinaia di aquilani che ogni domenica superava le transenne invadendo pacificamente il centro, ridando vita a piazze e vicoli ormai abbandonati, portando via macerie e rifiuti realizzando con una catena umana lunghissima, cercando di far ripartire quel centro storico devastato.

Arrivarono però le denunce per alcuni manifestanti, oltre al grottesco sequestro delle carriole. Il processo coinvolge otto persone, tutte accusate di aver violato la zona rossa e di aver quindi compiuto un reato. Un’accusa che ai manifestanti di allora (in realtà centinaia, ma i denunciati sono solo otto), pare un insopportabile processo a chi si era armato di coraggio per smuovere ciò che lo Stato continuava a lasciar fermo. A distanza di 4 anni intanto, il centro de L’Aquila è ancora così, devastato e pieno di macerie.

Condividi