Terremoto del 1985 a Città del Messico, l’appello di un radioamatore informò il mondo del disastro [VIDEO]

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terremoto-messico-1985Il 19 settembre 1985, il terribile terremoto che devastò Città del Messico la isolò per diverse ore dal mondo, a causa della rottura dei cavi telefonici e telex, e della sospensione del segnale televisivo. Come si accorse il mondo che migliaia di persone stavano morendo sotto le macerie e che la città era al collasso? Grazie a un radioamatore, di nome Antonio, il cui appello disperato -possiamo immaginare in quali condizione di terribile sconcerto- venne captato nella città di San Josè. Da lì la notizia corse veloce da un capo all’altro del paese e poi fece il giro del mondo, e la macchina dei soccorsi si mobilitò.

Quell’appello disperato, lanciato attraverso il segnale radio, fa riflettere su come le comunicazioni, nonostante i grandi progressi tecnologici (nel 2013 ben di più di quanto non fosse 28 anni fa), siano comunque sempre appese a un filo, nel vero senso della parola. In moltissime case senza corrente elettrica non si può accendere né la tv né accedere ad internet, in quanto i modem che emettono il segnale wi-fi funzionano ad energia elettrica. I ripetitori del segnale telefonico inoltre, a cui si appoggiano telefonini e altri supporti mobili ormai diffusissimi, possono andare in tilt in caso di sisma. Restano le comunicazioni satellitari, ma si deve sempre avere a disposizione un supporto che legga il segnale e che sia alimentato a batterie. Insomma, ancora oggi, a distanza di 28 anni, la radio resta un punto di riferimento. È anche per questo che nel vademecum della protezione Civile su come attrezzarsi per affrontare al meglio l’eventualità di un terremoto (che in Italia, lo ricordiamo, è purtroppo molto alta) è anche quella di avere sempre a disposizione una radiolina con batterie. Ci sarà sempre qualcuno che potrà darci informazioni via radio. Resta il modo più semplice e sicuro, a distanza di oltre 100 anni dalla sua scoperta.

Sempre in quel terribile giorno del 19 settembre 1985, fu una radiocronaca a informare i messicani di quanto stesse accadendo a Città del Messico, perché le tv non avevano segnale. Il cronìsta di radio Jacobo Zabludovsky si spostò da un capo all’altro della città, parlando in diretta radiofonica dal telefono di bordo della sua macchina, scoprendo mano a mano la devastazione, e stupendosi durante la diretta per l’entità del disastro (può essere ascoltata in lingua spagnola nel video in fondo a questo articolo).

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