La devastante alluvione lampo che ha letteralmente travolto un’ampia area della Sardegna nord-orientale, fra la città di Olbia e i comuni del nuorese, nel cuore della Gallura, è stata causata da un violento evento precipitativo temporalesco che ha assunto caratteri d’eccezionalità. Nel giro di poche ore, sulle aree montuose più interne della Sardegna orientale, fra il massiccio montuoso del Gennargentu e la Gallura, il transito di una linea temporalesco pre-frontale, originatasi nelle ore precedenti fra il Canale di Sardegna e il basso Tirreno occidentale, ha dato la stura a precipitazioni temporalesche particolarmente violente, accompagnate da elevatissimi indici di rain/rate, a fondoscala, e da forti raffiche di scirocco, fino a 95km/h, che hanno sferzato le coste della Sardegna orientale, da Capo Carbonara fino al golfo di Orosei. I temporali più violenti, che hanno assunto caratteristiche “autorigeneranti”, hanno colpito la provincia di Olbia ed il nuorese, dove le precipitazioni hanno raggiunto un’intensità notevole, con picchi di rain/rate a fondoscala. Del resto i dati forniti dalla Rete Meteorologica regionale sono abbastanza eloquenti. In alcuni casi gli accumuli pluviometrici, nelle 24 ore, hanno sfondato la fatidica soglia dei 300 mm, con picchi superiori ai 350 mm nelle aree montuose della Gallura orientale. Il massimo accumulo pluviometrico è stato archiviato dalla stazione meteorologica di a Dorgali Filitta, dove in poco più di 12 ore è stato registrato un accumulo complessivo di ben 385,6 mm, un dato davvero impressionante se si pensa che gran parte di questi sono stati accumulati in poco più di 2 ore.
Notevolissimi anche i 378,2 mm d’acqua caduti a Oliena, una delle località maggiormente colpite da questo violento evento precipitativo, e i 316,4 mm di Villanova Strisaili. Accumuli di oltre i 250-300 mm si sono avuti in altre aree del nuorese. Parliamo di quantitativi di pioggia veramente fuori dall’ordinario che assumo una rilevanza notevole se si pensa che si sono accumulato nel giro di pochissime ore. Tutta quest’acqua caduta tutta di un colpo sulle aree montuose della Sardegna nord-orientale non poteva essere smaltita dal terreno, già saturo d’acqua dopo le piogge registratesi la scorsa settimana. Cosi si è riversata rapidamente a valle sotto forma di una autentica valanga di acqua e fango che ha travolto paesi e interi centri abitati, demolendo ponti e mettendo a serio rischio la tenuta di alcune dighe. La pioggia violentissima ha determinato la rapida ondata di piena di fiumi e torrenti che gonfiandosi in modo fulmineo, nel giro di 15-20 minuti hanno travolto gli argini, inondando ampi tratti di campagna, vari paesi ed abitazioni, per poi proseguire in direzione delle foci sul Tirreno, scaricando su questo un ingente mole di detriti sabbiosi e fango che nei prossimi giorni andranno a depositarsi sui fondali antistanti, producendo estesi banchi di sabbia. La furia di queste precipitazioni torrenziali ha anche provocato possenti colate di fango e imponenti movimenti franosi che hanno interrotto strade in molte zone centrali dell’isola, causando l’isolando di molti paesi e centri abitati. Molte di queste rimangono ancora impraticabili, per la presenza di fango e detriti sulla careggiata che ostruiscono il passaggio dei veicoli.

I violenti temporali pre-frontali prodotti dalla linea di convergenza venti che ha abbordato la costa della Sardegna orientale. In rosso sono evidenziati i nuclei precipitativi accompagnati da indici di rain/rate a fondoscala, dove erano in atto i fenomeni più estremi che hanno causato il tremendo evento alluvionale fra Olbia e il nuorese
Piogge torrenziali con elevatissimi indici di rain/rate scaricate da violentissimi temporali pre-frontali
I violenti temporali pre-frontali che hanno “materialmente” prodotto la drammatica alluvione lampo (“Flash Flood”) che ha cagionato vittime e danni ingentissimi in tutta la Sardegna nord-orientale, come vi avevamo anticipato nelle previsioni dello scorso fine settimana, si sono rapidamente sviluppati a seguito del passaggio di una insidiosa linea di convergenza venti al suolo, fra le correnti di scirocco, che risalivano il Tirreno centrale, e i più freschi e secchi venti di libeccio, che dal mar di Alboran e dal Canale di Sardegna spiravano in direzione del Tirreno occidentale. Proprio al traverso di questa pericolosa linea di convergenza venti nei bassi strati, nel mezzo del settore pre-frontale, le turbolenze innescate hanno prodotto gli imponenti “Clusters temporaleschi pre-frontali” che hanno apportato le violentissime precipitazioni che hanno flagellato gran parte del territorio sardo. La situazione sinottica delle 12:00 UTC, di lunedì 18 Novembre 2013, era già di per se molto esplosiva dal punto di vista meteorologico. Difatti, come da previsioni, sulla Sardegna si approssimava da ovest un intenso e giovane sistema frontale, ben alimentato nei bassi strati dall’afflusso di masse d’aria molto tiepide e altamente instabili, di origine sub-tropicale continentale marittimizzata, aspirate direttamente dall’entroterra algerino, che risalendo verso il Canale di Sardegna, il Canale di Sicilia e il Tirreno, si sono insinuate al di sotto delle masse d’aria fredde legate al vecchio “CUT-OFF” in quota che dalle Baleari tendeva a muoversi verso il mar di Sardegna, avvicinandosi all’isola con un corpo nuvoloso che assumeva caratteristiche spiccatamente spiraliformi.
Nel corso della tarda mattinata l’intenso sistema frontale, annesso alla circolazione ciclonica del “CUT-OFF”, ha iniziato ad attraversare la Sardegna, dando luogo ad una severa fase di maltempo, con forti rovesci, piogge battenti e temporali, di forte intensità, che hanno battuto le aree interne e orientali dell’isola. Ma la situazione è degenerata nel primo pomeriggio del 18 Novembre, quando il vortice depressionario che si cominciava a muovere molto lentamente in direzione del mar di Sardegna, entrando in fase “barotropica”, ha prodotto un sensibile inspessimento del “gradiente barico orizzontale” fra mar di Sardegna e Tirreno centro-meridionale. Questo rafforzamento del “gradiente barico orizzontale” ha causato un rinforzo delle umide e calde correnti sciroccali che al contempo dalla costa libica e tunisina risalivano verso il Canale di Sicilia ed il mar Tirreno, attraverso l’attivazione di una intensa ventilazione da S-SE che ha raggiunto la forza di burrasca, con raffiche che hanno raggiunto la soglia dei 60-70 km/h, ma con picchi sopra gli 80 km/h tra cagliaritano e l’area di Capo Bellavista, dove si sono lambiti pure i 90 km/h. Il flusso sciroccale, che si è versato sul bacino tirrenico, ha riempito l’intero settore pre-frontale, sul lato orientale della circolazione depressionaria localizzata sul mar di Sardegna, di aria calda sub-tropicale continentale, che umidificandosi sopra il Canale di Sicilia ed il Tirreno, ha raggiunto la Sardegna presentando elevatissimi indici di instabilità.
L’aria calda e umida di origine sub-tropicale si è ulteriormente instabilizzata a seguito dall’intenso “gradiente termico verticale” che si è venuto a realizzare fra il nocciolo di aria molto fredda di lontane origini polari, sui -24°C a 500 hpa, collegato al “CUT-OFF”, e l’aria molto tiepida e umida nei bassi strati, spinta dall’intenso flusso sciroccale. Questi fortissimi contrasti termici, sulla verticale, di circa +40°C, hanno alimentato lo sviluppo di una estesa area di convenzione, creando l’ambiente adatto per la formazione di un “sistema temporalesco a mesoscala”, di forma “lineare”, foriero di precipitazioni, con elevati indici di rain/rate, localizzati nella parte più meridionale di questa fascia di temporali che dal medio Campidano, Barbagia e Sarcidano ha risalito la parte orientale della Sardegna, scaricando il grosso delle precipitazioni fra la provincia di Olbia ed il nuorese, dove nel giro di poche ore sono caduti fino a 300 mm di acqua.