Ambiente, il parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare sul batterio delle piante

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pianta_alpina_olivoL’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha emesso un parere urgente sul batterio Xylella fastidiosa, recentemente riscontrato nel Sud Italia e che ha causato problemi agli oliveti della Puglia facendo seccare molte piante. Secondo l’ente europeo la maniera più efficace per limitare l’espansione del batterio è effettuando un forte controllo sul commercio delle piante destinate alla messa a dimora e sulla presenza di insetti infetti contenuti nelle spedizioni di vegetali.

Ecco di seguito parti del comunicato dell’EFSA, disponibile integralmente a questo link: “Il batterio X. Fastidiosa, trasmesso da alcuni insetti noti come “sputacchine e cicaline”, che si nutrono di linfa grezza, è stato individuato durante l’attuale focolaio della malattia che ha colpito 8000 ettari di piante di olivo nella regione Puglia, nel sud dell’Italia. Il batterio può essere ospite di un’ampia gamma di piante tra cui il mandorlo, il pesco, il susino, l’albicocco, la vite, gli agrumi, la pianta del caffè e l’olivo ma anche la quercia, l’olmo, il Ginko e il girasole”.

Poiché l’unico mezzo naturale di diffusione della X. fastidiosa sono le sputacchine e cicaline che si nutrono di linfa grezza, che in genere possono volare per brevi distanze fino a 100 metri, il modo più efficace di diffusione a lunga distanza di X. Fastidiosa è la movimentazione delle piante infette per la messa a dimora. Inoltre il trasporto degli insetti eventualmente portatori del batterio nella movimentazione commerciale dei vegetali viene considerato motivo di preoccupazione”.

La principale fonte di introduzione nell’UE di X. fastidiosa è dunque il commercio e subito dopo la movimentazione di vegetali destinati alla messa a dimora”.

Non è nota alcuna strategia precedente che abbia avuto successo nell’eradicazione di X. Fastidiosa, una volta insediatasi all’aperto. L’EFSA raccomanda pertanto che le strategie preventive per il controllo dei focolai si concentrino sulle due principali vie di infezione (piante da messa a dimora e insetti infetti presenti nelle partite di vegetali) e si fondino su un approccio basato su sistemi integrati”.

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