Si è chiusa martedì a Torino l’ottava edizione del congresso nazionale AIFM – Associazione Italiana di Fisica Medica, dove GE Healthcare e AIFM hanno presentato i risultati del Progetto Galileo, primo studio multicentrico sulla gestione della dose paziente in radiologia, condotto non con una raccolta dati manuale, ma tramite un software in grado di rilevare in maniera automatica gli indici dosimetrici dalle apparecchiature radiologiche.
I risultati hanno confermato l’efficacia del sistema DoseWatch per l’ottimizzazione dei protocolli e dei processi nella gestione della dose radiogena, con vantaggi sia per gli operatori che per i pazienti.
Il Progetto Galileo è stato avviato a maggio 2013, con l’obiettivo di supportare i fisici medici nella valutazione e nell’aggiornamento delle linee guida nazionali relative ai Livelli Diagnostici di Riferimento (valori medi di esposizione per tipologia di esame, che la comunità scientifica valuta come tipicamente erogati nella pratica comune) e di un nuovo approccio alla gestione della dose in radiologia. Un’iniziativa che nasce anche in seguito al recente studio italiano sulle dosi negli esami TAC – svolto da AIFM e SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica) – e alle disposizioni di legge applicate negli Stati Uniti da circa un anno e attualmente in discussione anche in Europa. Il progetto ha coinvolto 10 ospedali in Italia favorendo la condivisione semplice e sicura dei dati provenienti da 30 sistemi TAC e angiografi di marche e modelli differenti. In meno di 3 mesi (da agosto a ottobre 2013) sono stati raccolti dati relativi a quasi 43.000 esami TAC e 3.000 procedure angiografiche.
L’utilizzo di DoseWatch ha consentito alle strutture coinvolte di monitorare, tramite indicatori costanti, i livelli di dose erogata ai pazienti in maniera completamente automatica, 24 ore su 24 e per il 100% degli esami (a differenza dei precedenti studi in questo ambito, che sono stati condotti a campione), rendendo possibili valutazioni e benchmark a livello multicentrico e interregionale.
“L’utilizzo di un sistema automatico consente al fisico medico di raccogliere in tempi estremamente brevi quantità grandissime di dati senza i possibili refusi, abbattendo i costi dovuti alla raccolta manuale, e di tenere sotto controllo tutte le tecnologie che utilizzano le radiazioni per uso diagnostico, fornendo al paziente prestazioni più sicure, con una dose radiogena il più possibile ridotta” ha dichiarato Luisa Begnozzi, Presidente AIFM.
“Il vantaggio di utilizzare un sistema automatico è la condivisione di una nomenclatura comune standardizzata, rispetto alla grande variabilità dei nomi o codici con cui la stessa richiesta clinica viene chiamata in centri o reparti diversi. Solo in questo modo le potenzialità del sistema si possono sfruttare adeguatamente” ha dichiarato Paola Bregant, responsabile AIFM del Progetto Galileo.
I dati raccolti durante il progetto e l’utilizzo del software potranno aiutare fisici medici, radiologi e tecnici di radiologia a perfezionare i propri protocolli tenendo conto dell’anatomia e della “storia dosimetrica” di ciascun paziente e a raggiungere il miglior equilibrio tra un’alta qualità delle immagini diagnostiche e la più bassa dose ottenibile.
“E’ stato dimostrato che nei centri che utilizzano DoseWatch è possibile, a parità di apparecchiature, staff clinico e qualità diagnostica degli esami, una riduzione del 30% della dose erogata per gli esami più comuni” ha confermato Alessio Schiavone, responsabile del prodotto per GE Healthcare Italia. “Inoltre, questo sistema permette di intervenire immediatamente con un follow-up di controllo in caso di esposizione a livelli elevati di dose a causa di procedure frequenti o molto complesse, e prevede un sistema di alert automatici e personalizzabili in base a due livelli di soglia.”
DoseWatch, commercializzato nel 2011, attualmente è presente in quasi 200 centri nel mondo ed installato in più di 30 centri in Italia. L’esperienza maturata supportando per due anni centinaia di clienti in Europa e in Italia ha portato alla conclusione che utilizzare apparecchiature a bassa dose è importante, ma è sempre più fondamentale misurare, gestire ed ottimizzare la dose in radiologia tramite tecnologia e processi dedicati.
“Secondo il principio ALARA (as low as reasonably achievable), l’obiettivo ultimo non è una bassa dose in sé, ma il corretto bilanciamento fra valore diagnostico delle immagini e dose erogata al singolo paziente” dichiara Marco Campione, Presidente GE Healthcare Italia. “DoseWatch è la nostra ultima innovazione in questo ambito e credo che il Progetto Galileo, del quale stiamo già prevedendo una seconda fase focalizzata sull’ottimizzazione e la standardizzazione dei protocolli, potrà rappresentare un punto di riferimento per i programmi di ottimizzazione europei e un punto di partenza per l’aggiornamento dei livelli diagnostici di riferimento.”