Siamo ormai giunti all’ultima decade di Novembre, e malgrado i vari intoppi e la presenza di un vortice troposferico ancora compatto sopra il mar Glaciale Artico, che produce un automatico rinforzo delle correnti occidentali alle medie latitudini, il processo di “raffreddamento pellicolare” della innevate lande siberiane procede indisturbato. Nei giorni scorsi, in diverse località della Repubblica di Jacuzia, nell’estremo nord-est della Siberia, le temperature sono scivolate al di sotto del muro dei -45°C, facendo registrare i primi picchi assoluti di -46°C -47°C, anche a quote relativamente basse. Queste temperature cosi estremamente basse indicano che nei bassi sopra, sopra i territori della Siberia centro-orientale, si è già isolato un solido “cuscinetto di aria molto gelida” e pesante che stagnerà a lungo sopra i suoli ben innevati della Jacuzia, raffreddandosi ulteriormente a seguito anche del forte effetto “Albedo” indotto dai terreni innevati. Ma il progressivo raffreddamento della massa d’aria gelida stagnante in prossima del suolo coperto di neve verrà esacerbato anche dell’intenso irraggiamento notturno (tipico dei climi continentali delle terre euro-asiatiche) che determinerà un ulteriore discesa dei valori termici, sotto la soglia dei -40°C -45°C in varie aree della Jacuzia.
Fra le temperature più basse registrate nell’area siberiana, al momento, troviamo i -47.6°C di Iema (676 metri di quota) e i -47.5°C di Ust-Nera (523 metri di altezza). Notevoli pure i -47.2°C raggiunti a Yurty (589 metri di altitudine). Entrambe sono riuscite, ancora una volta, ha battere la gelidissima Ojmjakon, considerato il polo del grande gelo in tutto l’emisfero boreale. Fino ad oggi il villaggio di Ojmjakon non è riuscito a sfondare il fatidico muro dei -45°C, a causa dello scarso innevamento (nevica debolmente e a sprazzi dai primi giorni di Novembre), ma anche di una ventilazione a tratti moderata e dei cieli quasi sempre nuvolosi o coperti. Fattori che non hanno permesso la realizzazione di forti inversioni termiche notturne, ideali per lo sprofondamento dei valori termici al di sotto dei -45°C. Al momento ad Ojmjakon l’accumulo di neve ghiacciata al suolo è fermo sui 16 cm, mentre fino al 3 di Novembre si contavano appena 8 cm di manto bianco. Entro la prima decade di Dicembre anche Ojmjakon dovrebbe sprofondare sotto la soglia dei primi -45°C, cominciando la rincorsa alle rivali Iema, Yurty e Ust-Nera, già prossime ai primi -48°C di stagione.
Una corsa serrata che verrà decisa nei prossimi giorni dai comportamenti del vortice polare nell’area artica e lungo tutta la costa della Siberia settentrionale. Analizzando le mappe della pressione a livello del mare, quelle inerenti alle isoterme alla quota di 850 hpa (circa 1400 metri) e dei geopotenziali a 500 hpa (5200 metri di altezza), si inizia a notare la prima timida comparsa, nei bassi strati, dell’anticiclone termico “russo-siberiano”, che si è presentato con massimi barici di oltre i 1035-1040 hpa che si sono disposti tra il settore più orientale dell’altopiano della Siberia centrale, l’area dei monti Verhojansk e Cerski e la parte più nord-orientale della regione siberiana. Ma lo sviluppo della struttura anticiclonica, di carattere termico, continuerà ad essere ostacolato dalla sempre più pressante invasività del vortice polare che farà fiondare, sull’area degli Urali e successivamente sul bassopiano siberiano occidentale, nella regione ad est degli Urali settentrionali, un profondo vortice depressionario a carattere freddo, con minimo sotto i 980 hpa, che apporterà condizioni di tempo brutto e instabile su buona parte della Russia europea e della Siberia occidentale, con nevicate a carattere sparso, accompagnate da sostenuti e gelidi venti da Ovest, O-NO e NO.
Le nevicate, associate al passaggio di questa circolazione depressionaria fredda, si potranno estendere fino alle città di Surgut e Niznevartovsk. L’area depressionaria che si isolerà sulla Siberia occidentale sarà alimentata da una saccatura artica, colma di aria gelida, che dalla Novaja Zemlja (Nuova Terra) si propagherà sul comparto orientale degli Urali e sulla Siberia occidentale. Nel corso del prossimo settimana l’inverno continuerà ad essere attivo anche sulla Russia europea e lungo gli Urali, con nuove nevicate a carattere sparso che investiranno pure l’area di Mosca e buona parte delle città della Russia europea, dove si depositeranno i primi accumuli di neve fresca al suolo. La neve, depositandosi sulle pianure Sarmatiche, incentiverà anche l’attivazione dell’effetto “Albedo”, determinando un intenso raffreddamento delle masse d’aria presenti nei bassi strati. In molte località della Russia europea, inclusa Mosca, entro lunedì i termometri potrebbero scendere sotto i -10°C -12°C in pianura.