Mancano l’acqua e il cibo; l’odore nelle strade e’ insopportabile e il blackout delle comunicazioni complica la ricerca degli scomparsi, nonostante un servizio organizzato sui social network dal governo filippino: e’ la drammatico testimonianza dei volontari presenti sul campo, nelle Filippine devastate dal sisma Haiyan. La loro voce e’ stata raccolta dall’ong italiana Fondazione AVSI, che ha anche lanciato una raccolta fondi per sostenere le vittime del tifone. L’obiettivo e’ quello di assicurare alle popolazioni coinvolte i beni di prima necessita’, come cibo, acqua e medicine, sempre piu’ difficili da reperire nelle zone devastate. La campagna e’ gia’ partita su Twitter e Facebook e, per mantenere un filo diretto con le Filippine e raccontare i bisogni e le operazioni di risposta all’emergenza, il sito ufficiale di AVSI ospita un blog con informazioni e testimonianze dei volontari presenti sul campo.
AVSI e’ presente nelle Filippine, nella zona di Catabanga, con progetti di Sostegno a distanza per la salute e l’educazione dei bambini filippini. “Il tifone e’ arrivato prima del tempo”, racconta Suor Margherita, raggiunta al telefono da AVSI e che opera da piu’ di vent’anni nella zona di Calabanga. “Doveva abbattersi sulle coste della provincia di Summar alle9 del mattino ed e’ arrivato alle quattro. A quel punto non si e’ saputo piu’ nulla: le comunicazioni sono state interrotte fino a lunedi’ e 41 province sono rimaste totalmente isolate, raggiungibili solo con mezzi della protezione civile” La precarieta’ delle comunicazioni rende difficile contattare i superstiti. E’ il caso di una intera famiglia di pescatori, residenti in una zona colpita dal tifone e di cui si sono perse le tracce. Erano stati evacuati giovedi’ scorso e solo il fratello, un uomo di cinquant’anni, e la mamma erano rimasti a casa. “Se devo morire, voglio morire a casa mia”, aveva ribadito convinta. Nel primo pomeriggio di giovedi’, il suo ultimo messaggio: “Non abbiamo piu’ una casa, il mare ha portato via tutto, vado a scuola dove ci sono le persone evacuate”. “E’ necessario che gli aiuti partano il prima possibile”, ha spiegato Giampaolo Silvestri, Segretario Generale di Fondazione AVSI. “Abbiamo gia’ attivato i nostri contatti nelle Filippine e, nel giro di poche ore saremo in grado di far partire una raccolta fondi per sostenere le vittime del tifone Haiyan”.
PICCOLE ISOLE ANCORA IRRAGGIUNGIBILI – “La situazione e’ assolutamente caotica, si tratta di una catastrofe che ha colpito tutta la parte centrale del Paese e la situazione peggiore e’ quella delle piccole isole che si sono trovate sulla rotta del ciclone, con cui e’ difficile mettersi in contatto”: cosi’ il direttore di Caritas Filippine, frate Edwin Gariguez, ha descritto al telefono la situazione del Paese dopo il passaggio del tifone Hayian, durante una teleconferenza. Lo riferisce la Caritas Italiana, che si e’ gia’ da domenica attivata lanciando una raccolta fondi in coordinamento con la rete internazionale. Ieri operatori Caritas, non senza difficolta’, hanno raggiunto Ormoc e Palo. Il ciclone Haiyan, il piu’ forte che abbia mai colpito le Filippine, ha lasciato una scia di morte e devastazione in tutta la regione di Visayas, riferisce la Caritas Italiana. Si contano finora quasi 450.000 sfollati che hanno trovato riparo in 1.458 centri, mentre sono milioni le persone che hanno subito danni. “Attualmente, i bisogni piu’ urgenti sono quelli di cibo, acqua e medicine – continua frate Edwin – e nelle parrocchie e’ gia’ iniziata la distribuzione degli aiuti. Nelle zone colpite la maggior parte delle case sono distrutte e la gente vaga senza meta alla ricerca di un riparo. I cadaveri delle vittime della furia del ciclone sono dappertutto, e si fatica anche soltanto a contarli”. Caritas ha gia’ distribuito aiuti, in particolare tende, a 18.000 famiglie sfollate nella zona di Cebu City ed e’ stato messo a punto un piano di interventi in favore di 100.000 famiglie – 500.000 persone – che prevede alloggi, di emergenza e permanenti, distribuzione di acqua, prodotti per l’igiene, attrezzature per la cucina e generi non alimentari di prima necessita’.