Aumenta il numero di incendi e la superficie interessata dal fuoco. Lo dice l’Istat nell’Annuario statistico 2013. Lo scorso anno si sono registrati 8.699 incendi, contro gli 8.181 dell’anno precedente, e hanno interessato oltre 99mila ettari di superficie forestale. E’ superiore anche la porzione di territorio interessata, che sale a 11,4 ettari di superficie media percorsa dal fuoco, rispetto 8,8 del 2012. L’accertamento degli incendi, delle cause e dei danni arrecati avviene a cadenza trimestrale e rileva tutti gli eventi di incendio che, a seguito di una segnalazione telefonica, hanno provocato una movimentazione di mezzi. Dagli incendi al tema della conservazione della natura. Questo e’ divenuto, negli ultimi decenni, di grande attualita’, alimentando una complessa discussione che ha largamente oltrepassato i confini del mondo scientifico, inserendosi cosi’ anche nel dibattito sociale
oltre che politico, economico e ambientale. In Italia i siti compresi nella rete Natura 2000 sono 2.576 e includono una superficie di circa 58mila chilometri quadrati, pari al 19,2 per cento della superficie nazionale (dati aggiornati al Censimento 2011). L’estensione media di ogni sito e’ pertanto pari a circa 22,5 chilometri quadrati. I siti con estensione territoriale media minore si riscontrano in Liguria e Umbria, rispettivamente pari a 10,5 e 12,8 chilometri quadrati. Di contro, la regione che possiede i siti mediamente piu’ ampi, la cui estensione media e’ pari a circa 66.7 chilometri quadrati, e’ l’Abruzzo che si contraddistingue per la piu’ alta incidenza di superficie territoriale protetta nella rete Natura 2000 (35,7 per cento). La regione che presenta sul territorio la minore presenza di aree Natura 2000 e’ l’Emilia Romagna (11,8 per cento della superficie regionale). La maggiore estensione di superficie protetta si trova nelle regioni insulari: la Sicilia e la Sardegna presentano infatti il valore regionale piu’ alto di superficie inserita nella rete Natura 2000 (oltre 4.500 chilometri quadrati per ciascuna regione). La procedura per la designazione dei Sic prevede la proposta di un elenco di siti da parte del paese membro. Dopo l’approvazione da parte della Commissione europea, il Sito di importanza comunitaria proposto (Sic) viene iscritto come Sic per l’Ue e integrato nella
rete di Natura 2000. Entro sei anni dalla dichiarazione di Sic l’area deve essere dichiarata dallo stato membro Zona speciale di conservazione (Zsc). Le aree Zps e Sic possono avere tra loro diverse relazioni spaziali, dalla totale sovrapposizione alla completa separazione. Cio’ implica che i dati presentati nella tavola non possono essere sommati tra di loro. In Italia il compito di individuare i siti da proporre all’Ue e’ stato svolto dalle singole Regioni e Province autonome in un processo coordinato a livello centrale dal ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Tale azione ha permesso di organizzare una rete di referenti scientifici di supporto alle amministrazioni regionali, in collaborazione con alcune associazioni scientifiche italiane di eccellenza di ecologia). In Italia le Zps sono 609 e occupano il 13,5 per cento della superficie nazionale (circa 41mila chilometri quadrati). Abruzzo e Valle d’Aosta sono le regioni che hanno, sul territorio, una maggiore quota di Zps, pari rispettivamente al 28,4 e al 26,5 per cento della superficie regionale. L’incidenza sul territorio di Zps raggiunge, invece, i valori minimi in Liguria e Umbria (3,6 e 5,6 per cento). I Sic/Zsc sono 2.299 e si sviluppano sul 14,5 per cento circa della superficie nazionale (43.665 chilometri quadrati). I Sic/Zsc sono maggiormente presenti in Liguria e in Campania, con rispettivamente il 25,4 e il 24,8 per cento della superficie regionale.