La neve torna ad imbiancare le pianure e i bassopiani dell’Europa orientale, dopo svariati mesi di assenza. Abbiamo dovuto attendere la prima decade del mese di Dicembre per rivedere un po’ di neve fresca lungo le pianure Sarmatiche, le Repubbliche Baltiche, la Finlandia, la Bielorussia e l’Ucraina. Attualmente gli accumuli più consistenti si trovano sulla penisola Scandinava, nel cuore della Lapponia, dove il manto nevoso in molte località, fra il nord della Svezia e l’estremo settore settentrionale della Finlandia, supera già abbondantemente i 30-35 cm, con picchi di oltre i 40 cm. Questo consistente innevamento del suolo, unito al forte irraggiamento notturno di Dicembre, sta permettendo alle masse d’aria stagnanti in prossimità del suolo di potersi raffreddare ulteriormente, raggiungendo valori sotto la soglia dei -36°C -38°C nel cuore della Lapponia. In alcune aree della Lapponia svedese, nell’estremo nord del paese scandinavo, la colonnina di mercurio, per la prima volta dall’avvento dell’inverno meteorologico, è scesa sotto il fatidico muro dei -40°C. I primi -40°C di stagione sono stati raggiunti dalla località svedese di Nikkaluokta, situata nell’estremo nord della Svezia, a 467 metri sopra il livello del mare, in uno dei punti più freddi di tutto il territorio lappone.

Si nota l’esteso innevamento su tutto il comparto siberiano. Ma la neve copre gran parte dei paesi dell’est Europa fino alla Turchia (credit NOAA)
Si tratta di un dato davvero notevolissimo, specie per la prima decade del mese di Dicembre, anche se non eccezionale. Malgrado il ritardo accumulato il manto nevoso in questi ultimi giorni sta cominciando a guadagnare sempre più terreno verso sud, raggiungendo le regioni sud-orientali dell’Ucraina, il sud della Russia europea e le coste settentrionali della Turchia, dove nevica a tratti in modo fitto da almeno due giorni. Proprio sulla Turchia settentrionale si stanno verificando continui rovesci nevosi che causano non pochi disagi, soprattutto nel settore dei trasporti, letteralmente paralizzati in varie parti del paese. Le coste settentrionali della Turchia, degradando sul mar Nero, risultano ben esposte allo “stau” generato dagli elevati monti del Ponto che in queste situazioni, con il soffio dei gelidi venti da Nord e N-NE provenienti dall’Ucraina, e pronti ad umidificarsi notevolmente nei bassi strati durante il passaggio obbligatorio sopra le più miti acque del mar Nero, possono favorire abbondanti nevicate sino alle zone costiere, dato l’elevato “forcing” orografico imposto da questi rilievi piuttosto imponenti. I monti del Ponto difatti permettono alle masse d’aria piuttosto fredde da Nord, provenienti dal mar Nero, di sollevarsi bruscamente verso l’alto, producendo imponenti annuvolamenti cumuliformi che danno la stura a rovesci di neve che possono divenire anche piuttosto persistenti e intensi lungo tutte le aree sopravento del Ponto. La recente ondata di freddo che ha investito i paesi dell’est, grazie all’affondo di una vasta saccatura artica, colma di aria molto gelida in quota, ben alimentata dal ramo discendente del “getto polare” che scivola lungo il bordo più orientale del robusto promontorio anticiclonico di blocco disposto fra il Mediterraneo centro-occidentale e l’Europa centrale, ha agevolato un ulteriore estensione della copertura nevosa fino alla Turchia settentrionale, incluso tutto l’altopiano interno Anatolico, all’Ucraina meridionale e al nord della Moldavia.
Su questi territori pianeggianti, fra la Bielorussia, l’Ucraina e il nord della Moldavia, la neve ha lasciato i primi accumuli di stagione, con depositi nivometrici fino ai 5-6 cm, localmente anche 7-8 cm, fra l’ovest della Russia europea, la Bielorussia e il nord dell’Ucraina, dove la quasi totalità delle città risultano imbiancate da almeno 4-5 cm di neve farinosa, quella tipica delle avvezioni di aria fredda che provengono dall’Artico e si mescolano con l’aria molto fredda stagnante in prossimità del suolo. Fra la giornata di martedì e quella di mercoledì le prime nevicate di stagione sono cadute pure fra l’est della Polonia, la Slovacchia orientale e l’est della Romania. Quasi gran parte della Romania nord-orientale è stata imbiancata fino a quote pianeggianti, mentre nell’est della Bulgaria la neve ha imbiancato le aree montuose più interne e le colline sottostanti. L’estensione del manto nevoso sulle aree continentali dell’Europa orientale avrà importanti ripercussioni anche sotto il profilo termico.
L’innevamento, seppur non particolarmente consistente, contribuirà a mantenere nei bassi strati, in prossimità del suolo, lo stazionamento di un “cuscinetto di aria molto fredda” (“lake cold”), duro da scalfire, che continuerà a garantire un clima piuttosto rigido e con temperature di poco sotto le medie per il mese di Dicembre. La presenza di questo “cuscinetto di aria molto fredda” (“lake cold”) nei bassi strati spianerà la strada a nuove nevicate in gran parte dei paesi dell’Europa orientale durante il passaggio del prossimo sistema frontale o nel caso di un nuovo affondo artico diretto verso il bacino del mar Nero e il bacino orientale del mar Nero.