Marte e’ stato il punto di partenza della ricerca di forme di vita aliene, nella fantascienza come nella realta’. I primi indizi sulla presenza nello spazio di molecole importanti per la vita sono arrivati, ad esempio, dall’analisi di uno dei meteoriti marziani piu’ famosi, chiamato Allan Hills 84001, scoperto nel 1984 in Antartide e studiato in dettaglio solo successivamente. I risultati di quelle analisi hanno indicato per la prima volta, anche se in modo indiretto, che su Marte esistono composti organici a base di carbonio e idrogeno. E’ alla luce di questa scoperta che e’ stata ideata la missione Mars Science Laboratory (Msl), che ha portato Curiosity su Marte. La caccia ai semi della vita tra le stelle non e’ certamente limitata a Marte. Nel 2000, per esempio, i dati trasmessi dalla sonda Galileo hanno portato a ritenere che la vita potrebbe esistere su uno dei quattro grandi satelliti di Giove, Europa: il vasto oceano salato nascosto sotto la superficie ghiacciata potrebbe forse essere una culla di forme di vita primordiali.
Nel 2005 la spettacolare discesa della sonda Hyugens sulla piu’ grande luna di Saturno, Titano, ha inviato a Terra dati e immagini di un’abbondante pioggia di molecole organiche. Molecole di carbonio e acqua, ingredienti chiave della vita, sono state trovate nel 2001 nella polvere e nei gas che circondano lontane stelle, rafforzando l’idea che i mattoni della vita pervadano l’universo e che di conseguenza la vita potrebbe formarsi ovunque nel cosmo. A raccogliere i primi indizi in questa direzione era stata la sonda Giotto, che nel 1986 aveva scoperto sulla cometa di Halley molecole organiche complesse come carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto. Ma la prima molecola organica che si e’ potuta ”toccare con mano” e’ stata la glicina, il piu’ comune degli amminoacidi scoperto nei granelli della cometa Wild 2, portati a Terra nel 2006 dalla missione americana Stardust. Molecole alla base della vita sono state scoperte nel 2011 anche in un meteorite caduto nel 2000 nel lago canadese Tagish. La piu’ grossa battuta di caccia ai segreti delle comete prendera’ il via il prossimo 20 gennaio con il ‘risveglio’ di Rosetta, la sonda dell’Agenzia spaziale europea (Esa) che nel 2014 dovra’ riuscire nell’impresa di imbrigliare e domare la cometa Churyumov-Gerasimenko. Una volta avvicinata la preda, Rosetta lascera’ che il suo lander, chiamato ‘Philae’, vi si posi sopra per poi ‘infilzarla’ con un trapano e prelevare frammenti del suo nucleo, veri e propri fossili del Sistema Solare. I campioni raccolti dalla superficie serviranno a capire se questi astri chiomati potrebbero essere davvero i ‘postini celesti’ che hanno recapitato la vita sulla Terra.