Per fortuna il grosso del maltempo sta passando proprio in queste ore, ma gli effetti di questa intensa perturbazione atlantica, ribattezzata la “Tempesta di Natale” (con enfasi giustificata dagli eventi), continuano a ripercuotersi su tutte le regioni italiane. Oltre alle piogge battenti e diffuse sull’intero territorio nazionale, questa severa ondata di maltempo è stata caratterizzata dai forti venti meridionali che hanno sferzato un po’ tutti i mari che circondano la penisola italiana, assumendo intensità di burrasca, specie sul mar Ligure, mar di Corsica, mar di Sardegna e medio-alto Tirreno, dove si è sviluppato un notevole moto ondoso, responsabile delle mareggiate che hanno flagellato il ponente ligure, con ondate di oltre i 4.0-5.0 metri di altezza. Come previsto, l’ondata di maltempo che ha bersagliato l’Italia, è stata prodotta dall’ingresso sul bacino centrale del mar Mediterraneo del ramo più meridionale di un più vasto sistema frontale atlantico, collegato alla profonda “depressione-uragano” (un forte ciclone extratropicale che sforna venti d’intensità di uragano fra nord Atlantico e mar del Nord) che nel giorno di Natale si è mossa verso il mar di Norvegia, dopo aver spazzato con venti di tempesta, il giorno della Vigilia, l’intero Regno Unito, il nord della Francia, il Belgio e l’Olanda, con raffiche fino a 110-120 km/h.
Nella prima serata di ieri la parte più attiva di questo sistema frontale ha raggiunto le Alpi occidentali, il mar Ligure, la Corsica e la Sardegna, spianando la strada per lo sviluppo di un ciclone extratropicale secondario (o “derivato”) proprio attorno il golfo di Genova (con conseguente intensificazione del “gradiente barico orizzontale”), che ha dispensato intenso maltempo in tutto il centro-nord, con piogge diffuse e rovesci che dalla nottata si sono spinti verso la Toscana, l’Umbria occidentale, il Lazio e la Campania. La formazione della ciclogenesi è stato stimolato dalla presenza delle Alpi occidentali, le quali con la loro mole tendono ad accelerare il processo di occlusione, dando vita ad un vortice depressionario davanti la costa arcuata della Liguria. Ciò è accaduto perché il fronte caldo, proveniente dalla Francia, impattando contro le Alpi Marittime, ha rallentato la sua velocità di propagazione verso est. Rallentando di colpo, al traverso dei crinali delle Alpi occidentali, il fronte caldo è stato rapidamente raggiunto dal fronte freddo posteriore, seguito dall’aria fredda artico marittima che si versava sull’Atlantico francese, con forti venti da O-NO e NO davanti le coste atlantiche francesi. Tale processo ha anticipato la fase dell’occlusione.
Nella parte più meridionale di tale fronte occluso, tra il mar Ligure occidentale e il mar di Corsica, era però presente, presso il suolo, un fronte caldo e un settore caldo, dove scorreva aria molto umida e mite, d’estrazione sub-tropicale marittima continentalizzata. In seno a questo settore caldo, ancora evidente nei bassi strati, si è venuta a formare una vasta ondulazione antioraria, attorno il golfo di Genova, plasmata proprio dall’orografia arcuata della costa ligure, che chiudendosi attorno la Riviera di Ponente, ha sfornato un ciclone extratropicale secondario, già pienamente autonomo nei bassi strati, e con un minimo barico nei bassi strati stimato sui 987 hpa (piuttosto profondo). Il profondo minimo barico, sceso addirittura sotto i 987 hpa, ha creato un fitto groviglio di isobare tra mar di Corsica e mar Ligure che ha originato la forte burrasca di scirocco e ostro che nella giornata di ieri ha sferzato la costa ligure centro-occidentale, dal savonese al genovesato, con forti venti da S-SE e Sud che hanno toccato punte di oltre i 70-80 km/h. Ma raffiche ben più violente, con una componente prevalentemente da S-SE e Sud, hanno battuto tutta la costa del ponente, dall’imperiese fino al litorale che circonda la città di Genova, dove è stata segnata una raffica fino a 81 km/h, da S-SE, nella stazione dell’aeroporto. Le raffiche più forti sono state registrate nell’area di Capo Mele, dove nella fase clou delle forte burrasca di ostro e scirocco il vento ha superato, a tratti, la soglia dei 90-100 km/h, con picchi di oltre i 103 km/h nella stazione di Capo Mele.
I venti molto forti, dai quadranti meridionali, risalendo dal mar di Corsica e dall’alto Tirreno in direzione del golfo di Genova, hanno sollevato un moto ondoso davvero imponente, creando onde di “mare vivo” ben formate che si sono spinte in direzione delle coste del ponente ligure e del golfo di Genova, presentando “Run-Up” che hanno toccato punte di oltre i 5.0-6.0 metri nel tratto antistante l’imperiese e la costa savonese. Una parte di queste ondate, sollevata dai forti venti da Sud e S-SE in azione tra il mar di Corsica, il basso mar Ligure e l’alto Tirreno, sono andate ad abbattersi con grande impeto lungo le coste della Riviera di Ponente, risalendo fin sulla città di Genova, con spettacolari marosi biancheggianti di spuma che hanno travolto spiagge, arrecando danni ingenti alle strutture balneari. In molti tratti di litorale le onde hanno accelerato l’erosione costiera, mangiando interi pezzi di spiaggia e rimuovendo dai fondali un ingente quantitativo di sabbia e detriti. Il profondo ciclone secondario, con un minimo stimato al di sotto dei 987 hpa, nella giornata odierna dal mar Ligure si è mosso verso l’alto Tirreno, raggiungendo in serata l’isola d’Elba, producendo un intenso “gradiente barico orizzontale” che dal mar di Corsica e dal mar di Sardegna si è disteso a tutto il medio-basso Tirreno, l’Italia centro-meridionale e l’Adriatico.
Il rapido calo barico e l’infittimento delle isobare sui mari che circondano l’Italia ha agevolato l’attivazione di una intensa ventilazione a rotazione ciclonica su tutti i mari che circondano la penisola e le Isole maggiori. La compressione del “gradiente barico orizzontale”, inasprita dalla presenza di un promontorio anticiclonico di carattere mobile fra il mar Caspio e la Russia meridionale, ha contribuito a restringere ulteriormente le isobare, generando l’attivazione di una intensa ventilazione da Sud e S-SO che dalla scorsa nottata ha risalito tutto il bacino tirrenico e dalla mattinata di oggi pure l’Adriatico, raggiungendo l’intensità di burrasca, con raffiche forza 7-8 della scala Beaufort, fra il Salento, il Canale d’Otranto e l’Adriatico centro-meridionale. A Brindisi le raffiche da Sud hanno superato i 74 km/h, mentre punte oltre i 60-65 km/h si sono lambite tra leccese e tarantino. In realtà, a parte le forti raffiche da S-SE, sopra i 70-80 km/h, registrate nel corso della nottata scorsa fra l’Arcipelago Toscano e le coste della Maremma toscana, in particolare nell’area del grossetano particolarmente aperta ai flussi sciroccali che risalgono il Tirreno, altrove i venti meridionali non hanno presentato valori significativi, superando solo localmente la soglia d’attenzione, tra Lazio, Campania e Puglia. Solo sulla Sardegna, dal pomeriggio odierno, la graduale traslazione verso levante del profondo minimo depressionario, in direzione dell’Arcipelago Toscano, ha disteso i massimi di “gradiente barico” proprio fra il mar di Corsica e il mar di Sardegna, accompagnando l’ingresso dell’aria fredda post-frontale nord atlantica sul golfo del Leone e lungo il mar delle Baleari.
L’intrusione delle masse d’aria più fredde, di origine nord-atlantica, è accompagnato dall’attivazione di forti e rafficati venti da O-NO e NO che dal golfo del Leone si sono propagati al mar di Corsica e mar di Sardegna, spazzando l’omonima isola con forti raffiche ad oltre gli 70-80 km/h sul sassarese, oristanese e nuorese, mentre una sostenuta, a tratti intensa, ventilazione occidentale si sta inserendo con forza lungo tutto il medio-basso Tirreno, rendendo tale bacino da molto mosso ad agitato, con mareggiate di debole intensità che si dirigeranno verso le coste del Lazio, Campania e alta Calabria tirrenica. I mari, malgrado la graduale attenuazione dei venti, continuano a presentarsi molto mossi o agitati a largo, con onde che raggiungono i 3.0-4.0 metri sul medio Tirreno e sull’Adriatico centro-meridionale, mentre ondate di oltre i 5.0-6.0 metri si stanno sollevando in queste ore tra il mar di Corsica e il mar di Sardegna, dove sono in azioni forti venti di burrasca da O-NO, in rapida rotazione da NO. Impressiona il dato fornito dalla boa di Alghero, appartenente alla Rete Ondametrica Nazionale gestita dall’”ISPRA, che proprio nelle ultime ore sta registrando il passaggio di onde medie alte fino a 7.0 metri, con una direzione media di propagazione da 286°. Si tratta di onde di “mare vivo” davvero imponenti, molto pericolose per la navigazione marittima, che indicano la presenza di venti dai quadranti occidentali veramente tempestosi nel tratto di mare compreso fra il golfo del Leone e le coste della Corsica occidentale.
Nel corso della serata queste ondate di “mare vivo”, alte fino a 6.0-7.0 metri, si romperanno con forza lungo i litorali della Sardegna e della Corsica occidentale, con spettacolari colpi di mare che sbatteranno con grande impeto sulle alte scogliere di Capo Caccia. Il moto ondoso, davvero imponente, dovrebbe cominciare ad attenuarsi solo dalla prossima notte, con l’allentamento del fitto “gradiente barico orizzontale” sui mari che circondano l’Italia e il contemporaneo calo della ventilazione, che ruotando più dal quadrante nord-occidentale inizierà a perdere di forza e consistenza, riducendosi al di sotto della soglia d’attenzione nel corso della tarda mattinata di domani.