L’anticiclone delle Azzorre si riapropria del Mediterraneo centrale: ma non sempre sarà garante di stabilità e bel tempo, ecco perchè

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Rtavn541Dopo giornate di forte maltempo, piogge battenti, nubifragi e venti di burrasca, che hanno prodotto mareggiate distruttive lungo le coste del medio-alto Adriatico e dell’alto Ionio, finalmente sull’Italia si comincia a presentare una tregua, grazie al ritorno delle propaggini più orientali del robusto promontorio anticiclonico delle Azzorre. L’ampia struttura anticiclonica dinamica oceanica, schiacciata verso il medio Atlantico e l’Irlanda dal poderoso approfondimento del vortice canadese, con un tracollo dei valori di geopotenziale in quota fra la Groenlandia e il Canada orientale, venendo erosa lungo il suo bordo più orientale dalla discesa del ramo principale del “getto polare”, sta ripiegando con i propri elementi più orientali in direzione del bacino centrale del Mediterraneo, andando a costruire su di esso un poderoso blocco ad “Omega”, garante di un prolungato periodo di tempo stabile e soleggiato su gran parte delle regioni italiane, duramente funestate dalle ondate di maltempo di Novembre.Un periodo secco e soleggiato prolungato del resto gli spetta anche all’Italia, dopo le tragedie che hanno devastato intere regioni, fra Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia e Abruzzo. Ma questa pausa anticiclonica, nel cuore di Dicembre, potrebbe risultare ben più lunga del previsto, data la presenza di una estesa anomalia positiva dei geopotenziali in alta quota che dal medio Atlantico si estende fin verso l‘Europa centrale e il Mediterraneo centro-occidentale.

Uno spettacolare banco di stratocumuli osservato dall'alto, l'esteso tappeto di nubi basse è prodotto da una forte inversione termica
Uno spettacolare banco di stratocumuli osservato dall’alto, l’esteso tappeto di nubi basse è prodotto da una forte inversione termica

Nei prossimi giorni questo blocco anticiclonico, ad “Omega”, disteso sul bacino centrale del mar Mediterraneo, formerà un muro, quasi invalicabile, per i fronti perturbati e le depressioni provenienti dall’Atlantico, relegandole in pieno oceano, a largo delle coste del Portogallo e delle isole Britanniche. Una parte della coperta anticiclonica, tra domani e la giornata domenicale, si allargherà verso la MittelEuropa e la regione alpina, favorendo un importante rialzo dei valori barici al suolo su tutta l’Italia centro-settentrionale, dove si sfonderà la soglia dei?1030 hpa. L’incremento barico assicurerà una maggiore stabilizzazione atmosferica, anche se bisogna ricordarsi che in questo periodo dell’anno l’alta pressione non è sempre sinonimo di bel tempo e clima soleggiato, causa il fenomeno dell’inversione termica (dovuto ai cieli sereni) ?e la stagnazione dell’umidità nei bassi strati che agevola la formazione delle solite foschie e banchi di nebbia notturni lungo le pianure e le vallate delle regioni del nord e in parte di quelle del centro. Le formazioni nebbiose, inoltre, durante la mattinata, venendo riscaldate dai primi raggi di sole, tenderanno a sollevarsi dando luogo a cieli in genere nuvolosi o molto nuvolosi per la persistenza di una densa nuvolosità bassa (strati) che causerà grigiori, dando all’atmosfera un aspetto umido e uggioso, come avviene sovente in Val Padana, quando la circolazione dei venti nei bassi strati rimane ferma.

r895890_9047212Il promontorio anticiclonico, inoltre, agevolerà la formazione di intense “inversioni termiche” sulle pianure del nord e del centro Italia, prodotte principalmente dall’irraggiamento notturno del suolo che interessa gli strati più bassi della troposfera. Quando il cielo è sereno, in una condizione anticiclonica, con venti deboli o assenti, e poco o nullo rimescolamento delle masse d’aria. In tali condizioni il terreno irradia calore verso la media atmosfera, liberandolo rapidamente verso l’alto. Tale situazione agevola un forte raffreddamento del terreno, favorendo la formazione di uno strato di aria fredda che ristagna presso il suolo, a circa 100-200 metri di altezza, mentre sopra tale quota affluisce o si deposita aria decisamente più calda. Questo strato di aria fredda e stabile, essendo più pesante, rimane a livello del suolo e con la condensazione dell’umidità origina le temute nebbie d‘irraggiamento, molto note in inverno nella pianura Padana e nelle vallate alpine e appenniniche. Essa raggiunge un massimo di intensità al primo mattino per poi scomparire durante le ore più calde della giornata. Inoltre questo fenomeno assume maggior evidenza in inverno e in presenza di cieli sereni o poco nuvoloso.

DSCF3818Durante il giorno, nel periodo invernale, i raggi solari spesso non riescono a riscaldare per bene il suolo, sia per l’aumentata inclinazione d’inverno che per la ridotta durata del giorno o per la presenza di uno strato di neve sul terreno (“Albedo”). Per questi motivi l’aria a contatto con il terreno, al calar del sole, di conseguenza si raffredda molto rapidamente, raggiungendo temperature inferiori rispetto agli strati atmosferici sovrastanti. La temperatura risulta quindi più bassa in pianura che nelle aree collinari o in montagna, con scarti di anche +10°C +12°C. Ma in realtà per avere un inversione bastano differenze di appena +2°C +3°C in appena 200-300 metri di altezza. Di frequente si salda con l’inversione dinamica superiore, associata quest’ultima all’effetto adiabatico dei moti discendenti caratteristici di un’area anticiclonica. Di solito durante la formazione dell’inversione termica si può osservare come l’andamento termico negli strati d’aria prossimi al suolo rimanga pressoché costante e inalterato per lunghi periodi di tempo.?

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