È di 14 morti il bilancio temporaneo delle più gravi inondazioni che abbiano colpito lo stato brasiliano di Espirito Santo, (sud-est del paese) negli ultimi decenni. Quasi 50.000 persone hanno dovuto abbandonare le loro case e oltre 20.000 chilometri di strade sono state distrutte dalla furia delle acque. Ieri la presidentessa Dilma Rousseff ha eseguito un volo di perlustrazione sulle aree maggiormente colpite. La situazione è grave, ed il governo ha annunciato e promesso misure eccezionali per far fronte all’emergenza.
La maggior parte delle vittime sono avvenute nel comune di Itaguaçu, a causa di una frana. Altre vittime ci sono state in distinti punti dello stato di Espirito Santo.
All’origine delle gravi inondazioni ci sono certamente le fortissime e abbondantissime piogge cadute nel mese di dicembre e in particolar modo nell’ultima settimana: punte di oltre 400 mm in 48 ore. Il problema è però soprattutto strutturale, ed assomiglia drammaticamente a quello ben presente anche qui in Italia. Il boom economico del Brasile degli ultimi anni ha portato a un’urbanizzazione senza regole e senza criteri, proprio come accaduto qui. Si è costruito ovunque: negli alvei dei fiumi, sui versanti franosi. Adesso se ne pagano le conseguenze.