“Come mangiavi nello spazio?” “Con molta attenzione: tutto vola nello spazio e una volta e’ esplosa una scatoletta di piselli secchi e li abbiamo ritrovati in giro per i due mesi successivi”. “Quante stelle ci sono nello spazio?” “Piu’ di tutti i granelli di sabbia nella terra”. “Come facevi a fare la pipi’?” “E’ una tragedia! Gli scienziati hanno inventato un’aspirapolvere per evitare che i liquidi volino, questo aspirapolvere risucchia tutto e lo ripulisce, cosi’ si possono riutilizzare i liquidi”. Sono solo alcune delle domande che i piccoli pazienti dell’ospedale Bambino Gesu’ hanno rivolto questa mattina a Luca Parmitano, astronauta dell’Esa che ha fatto visita ai bambini presso la Ludoteca dell’ospedale in occasione delle festivita’ natalizie. L’idea della visita e’ nata a seguito del collegamento dallo spazio con i bambini ricoverati, il 10 luglio scorso. Ad accogliere l’astronauta, il primo italiano a svolgere attivita’ extra veicolari, il Dottore Nicola Pirozzi, responsabile del dipartimento di emergenza dell’ospedale Bambino Gesu’. La prima visita e’ stata dedicata a una bambina in area rossa, in terapia intensiva, uscita stanotte dal coma e alla quale i medici hanno voluto fare una sorpresa. Poi Luca Parmitano e’ stato accolto in Ludoteca dove i piccoli pazienti hanno rivolto tutte le domande e le curiosita’ sullo spazio: “Come si fa ad andare su Marte?” “Per Marte si va sempre dritto”. “Quanto e’ grande l’astronave?” “Quanto un campo da calcio”. Infine, l’astronauta siciliano ha fatto visita ai bambini ricoverati al Reparto di oncoematologia. “Non e’ la prima volta che parlo con questi bambini, l’ho fatto dallo spazio e per me e’ sempre un piacere – afferma Parmitano – i bambini sono la porta per il futuro, questo e’ un regalo che fanno loro a me”. “La prima volta che ho incontrato un astronauta avevo 20 anni, e spero che i bambini sognino di diventare astronauti, perche’ e’ bello che abbiano voglia di fare una esperienza nello spazio. Avere la curiosita’ di esplorare e’ una caratteristica dei bambini, che noi adulti, andando avanti con l’eta’, perdiamo”.