Marcato flusso zonale, confluenza tra aria fredda artica, convogliata dal vortice d’Islanda, ed aria mite ed umida tropicale proveniente dall’oceano Atlantico possono facilmente innescare configurazioni bariche piuttosto temibili.
Ed è proprio ciò che accadde nel corso degli ultimi giorni del 1999: un doppio, profondo, minimo depressionario sull’Europa settentrionale, l’uno di 960 hPa centrato sull’Islanda, l’altro di 950 hPa posizionato a ridosso delle coste norvegesi, condizionò pesantemente le vincende meteorologiche sul Vecchio Continente.
Piogge estese su Scozia, Mare del Nord e Germania settentrionale. Rovesci dietro il fronte freddo sull’Inghilterra. Ovunque fortissimi venti occidentali, con punte di tempesta sulle coste atlantiche dell’Irlanda e Inghilterra. Ma il peggio doveva ancora giungere.
Il giorno del Santo Natale (25 DICEMBRE 1999) una depressione secondaria, con pressione al centro di 980 hPa, si diresse verso il cuore dell’Europa: in poche ore “ebbe vita” LOTHAR, il devastante ciclone di 960 hPa che, tra il 26 ed il 28 dicembre, mise a soqquadro Francia, Svizzera e Germania, con venti fino a 200 km/h, e che provocò oltre cento vittime.
Il timore, piuttosto fondato, è che ora i modelli matematici, nel corso delle ultimi aggiornamenti, stiano provando a “ricalcare” la medesima configurazione barica dell’epoca, se non altro nella fase embrionale. Se osserviamo, difatti, la mappa relativa alla distribuzione della pressione al suolo in Europa, riferita alla giornata di VENERDI’ 27 DICEMBRE 2013, possiamo scorgere diverse analogie con quella datata 25 dicembre 1999: lo “sliding” occidentale del profondo vortice ciclonico (945 hPa!) dal nord della Scozia verso la penisola Scandinava “minaccia” tempesta, nel corso dei giorni successivi, in particolar modo su Gran Bretagna e Francia settentrionale.
Sull’Italia, a parte venti sostenuti dai quadranti occidentali, non si prevedono, fortunatamente, importanti coinvolgimenti.
Nei giorni seguenti, inoltre, in prossimità della notte di San Silvestro ci si potrà attendere un’ulteriore ritiro verso sud dell’Anticiclone ed il successivo ingresso di aria più fredda nord-Atlantica la quale, almeno sulle regioni Centro-Settentrionali, favorirà il ritorno a condizioni climatiche più consone al periodo, se non altro dal punto di vista termico.