Per quanto parziali, i dati sull’incidenza dell’anoressia dicono che negli ultimi decenni essa e’ rimasta costante, ma oggi si nota, rispetto al passato, un abbassamento della soglia di eta’ delle persone che ne sono colpite e un cambiamento dell’incidenza in termini di genere. L’anoressia, cioe’, colpisce non esclusivamente le ragazze ma sempre piu’ anche i ragazzi di 13-14 anni di eta’. Il quadro della situazione e’ stato fornito oggi a Roma in occasione della presentazione del film documentario “Cio’ che mi nutre mi distrugge”, girato presso il servizio ambulatoriale per la cura dei disturbi alimentari della Asl Roma E. L’anoressia, come la bulimia e’ una grave disfunzione alimentare del comportamento che colpisce prevalentemente ragazze giovani, nella fascia di eta’ compresa tra i 14 e i 17 anni . Come il 60% dei disturbi alimentari esso ha origine psicologiche: di fatto il rapporto con il cibo rappresenta solo un riflesso di problematiche di altro genere, come ad esempio i rapporti con i genitori. Resta il fatto che la gravita’ del disturbo e’ particolarmente alta, ed e’ legata all’elevata incidenza della mortalita’, la piu’ alta registrata per i giovani, con un tasso compreso tra il 5,8 ed il 6,2%. Nonostante la sua gravita’, solo il 50% dei pazienti affetti da questi disturbi si rivolgono ad un medico, e di questi solo un terzo arriva ad essere sottoposto alle cure di servizi specialistici (per la bulimia le proporzioni sono invece un terzo per le persone che si rivolgono ai servizi medici generici e un sesto quelli che si rivolgono ad uno specialista). Trattandosi di un disturbo comportamentale alimentare, il modello terapeutico di approccio e’ interdisciplinare, e coinvolgono un medico, un nutrizionista-dietologo ed uno psicologo-psichiatra. Un modello efficace e’ quello offerto dalla regione Veneto, in cui si trovano ben quattro centri di eccellenza, Portogruaro, Vicenza, Padova e Garda, dove gli specialisti lavorano tutti in uno stesso centro, e questo consente di seguire piu’ attentamente il malato. In ciascuno di questi centri vengono offerti quattro livelli di cura, a seconda del livello di gravita’ del paziente: si va dall’ambulatorio, a cui si rivolge il 60% dell’utenza, alle strutture residenziali, a quelle semiresidenziali, per finire nei casi piu’ gravi con i centri di ricovero. Il Veneto e’ un punto di riferimento per tutta l’Italia, con i suoi 2.300 utenti all’anno, di cui 1.299 rappresentano nuovi pazienti. Anche l’Umbria offre dei centri di eccellenza per la cura dei disturbi alimentari. Le strutture disponibili sono quattro, tutte pubbliche, in particolare una, la Residenza Francisci, situata a Todi, accoglie pazienti affetti da anoressia e bulimia, mentre un’altra, situata a Citta’ della Pieve, e’ specializzata nei disturbi da alimentazione incontrollata e nell’obesita’.