Grazie a uno strumento diagnostico d’avanguardia che indaga le cause genetiche della cosiddetta “morte improvvisa”, e’ possibile scoprire in anticipo la predisposizione a tutte le condizioni cardiovascolari che troppo di frequente determinano ancora il brusco decesso di persone giovani e apparentemente in perfetta salute. Pavia, grazie al rapporto simbiotico con il suo antichissimo Ateneo, e in particolare con la Fondazione C. Mondino, e’ stata la prima citta’ in Italia a cogliere le opportunita’ offerte dal nuovo test diagnostico, e ha voluto metterle gratuitamente a disposizione di tutti i ventenni residenti in citta’. E’ nato cosi’ – con il sostegno del Comune, degli Istituti Clinici di Pavia e Vigevano, del Centro Interdisciplinare della Ricerca Molecolare Cardiologica, della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, dell’Ordine dei Medici e dell’Associazione Prevenzione Malattie Genetiche – il Progetto Giovani Pavia ’93, presentato oggi a Palazzo Broletto alla presenza del sindaco, Alessandro Cattaneo, del rettore, Fabio Rugge, e del Sottosegretario alla Ricerca Scientifica, Gian Luca Galletti. “Tutti i residenti a Pavia nati nel 1993 – ha spiegato il professor Italo Richichi, Coordinatore del Progetto e Presidente del Meeting – saranno sottoposti gratuitamente a uno screening per l’individuazione dei segni, dei sintomi e delle alterazioni capaci di rivelare, tra le altre patologie, un’esposizione al rischio di morte improvvisa. Sono numerose le condizioni patologiche che aumentano notevolmente la probabilita’ di questo evento, ma il microchip genetico che abbiamo oggi a disposizione, grazie a una collaborazione con i ricercatori degli Atenei di Lisbona e di Coimbra, e’ in grado di rivelarle con una rapidita’ e una precisione sinora impensabili”.
Il nuovo metodo d’indagine genetica consente infatti di elevare la sensibilita’ diagnostica all’80% (a fronte del 50-60% dei test precedentemente disponibili) e la specificita’ al 99%, tra l’altro in tempi rapidissimi: “Finora avevamo bisogno di 4 o 5 mesi per conoscere l’esito delle indagini diagnostiche – prosegue il professor Richichi -; oggi, in un mese al massimo, siamo in grado di sapere se il paziente e’ predisposto a un numero elevatissimo di patologie che lo possono esporre al rischio di morte improvvisa”. Fra queste malattie spiccano le cardiomiopatie ipertrofica, dilatativa e aritmogena del ventricolo destro, i fattori di rischio genetico per ipertensione arteriosa e trombofilia, nonche’ numerose sindromi: del QT lungo e corto, di Brugada, di Marfan, di Noonan e di Leopard”.