E’ ormai inverno in Siberia. Ma del gelo neanche l’ombra. Se si escludono i territori della Repubblica di Jacuzia, tradizionalmente considerati il “polo del grande freddo” nell’emisfero boreale, il clima risulta molto mite, con temperature che scendono appena sotto i -8°C -10°C, a fronte di medie annue vicine ai -25°C -30°C. In quasi tutto il territorio siberiano, dagli Urali fino alla penisola dell’Anadyr, che si affaccia sul Pacifico nord-occidentale, le temperature risultano di circa +8°C +9°C superiori alle medie stagionali, con scarti termici positivi a dir poco impressionanti nel sud nel sud della Siberia, dove i valori termico scendono appena sotto la soglia dei +0°C. In Città come Barnaul o Novosibirsk c’è chi ancora circola per strada con abiti molto leggeri vista la mitezza del clima. L’aria molto mite ha anche impedito alle acque del lago Bajkal, il più profondo specchio lacustre della Terra, di ghiacciarsi.

Malgrado l’estesa copertura di neve in Siberia, in termini di quantità, ne è caduta davvero poca (credit NOAA)
Ad oggi il vastissimo specchio lacustre della Siberia meridionale risulta ancora completamente libero dal ghiaccio, e per questo navigabile tranquillamente su entrambi le sponde. Ed in alcune aree della Siberia meridionale si attende ancora la caduta della prima neve al suolo, indispensabile per la creazione del famoso “cuscinetto d’aria gelida” presso il suolo che origina il noto anticiclone termico “russo-siberiano”, una figura barica costante degli inverni dell’Eurasia. Nelle altre aree della Siberia il manto nevoso risulta ancora molto scarso, presentando uno spessore altalenante che va dai 4-5 cm ai 10-15 cm. Uno strato di neve a dir poco insufficiente per fabbricare il grande “gelo pellicolare” che deciderà il futuro della stagione invernale appena iniziata sul continente europeo. Solo sul settore più settentrionale siberiano, tra l’altopiano della Siberia centrale e la Repubblica di Jacuzia, la neve ghiacciata presente al suolo risulta ben più abbondanti, con apporti di oltre i 30-40 cm, e picchi di oltre il mezzo metro nelle zone un po’ più elevate.
I massimi accumuli si registrano proprio sulla Jacuzia, dopo le fitte nevicate cadute nel mese di Novembre, quando il vortice polare troposferico era al massimo della sua forma. Ma di quest’ultimo, al momento, non vi è alcuna traccia nemmeno nei suoi territori di origine. Come abbiamo già scritto precedentemente, nel mese di Novembre, queste importanti anomalie termiche positive sul territorio della Siberia sono da ricondurre al particolare pattern atmosferico che ha dominato per gran parte del periodo autunnale lungo tutto l’emisfero boreale. Tutta colpa di un vortice polare troposferico rimasto compatto sopra il mar Glaciale. Ciò ha agevolato il sensibile rinforzo delle correnti occidentali, indotto dal sensibile approfondimento della figura del vortice polare troposferico, sopra il mar Glaciale Artico.

Ecco come appariva Barnaul lo scorso giovedì, con appena un paio cm di neve al suolo e temperatura a -1°C
Queste correnti occidentali, prevalentemente da O-SO e da SO, hanno scacciato l’aria molto e fredda e pesante, che in questo periodo dell’anno si isola sopra i vasti territori della Jacuzia (“raffreddamento pellicolare”), verso nord, favorendo un ricambio di aria temperata continentale nei bassi strati che ha fatto schizzare i termometri oltre il muro dei -5°C +0°C. Si tratta di valori ampiamente superiori rispetto le tradizionali medie di stagione. Da Irkutsk, a Kirensk, da Perm a Krasnoyarsk, da giorni, per merito della mite ventilazione occidentale, le temperature si sono spinte su cifre positive, sfondando il muro dei +0°C +2°C in pieno giorno. Ma la cosa più inusuale ha riguardato le nevicate tardive. In molte di queste località si attende l’arrivo della prima neve autunnale, in netto ritardo rispetto la tradizionale tabella di marcia. Quest’aria molto mite, filtrata nei bassi strati, oltre a rompere lo strato d’inversione termica prodotto dall’effetto “Albedo”, sta anche ritardando la formazione del primo anticiclone termico “russo-siberiano”, che al momento presenta solo un piccolo nucleo in prossimità della Jacuzia, dove si concentra un “cuscino d’aria gelida” (il cosiddetto “lake cold siberiano”), con temperature che sprofondano appena sotto il muro dei -35°C -40°C in un’area abbastanza ristretta. Uno scenario a dir poco sconfortante che avrà di sicuro importanti ripercussioni sul proseguo dell’intera stagione invernale sul vecchio continente.