Altro, importante, riconoscimento di qualità per l’agricoltura abruzzese, fiore all’occhiello della regione grazie a lusinghiere approvazioni e certificazioni. La “patata del Fucino”, difatti, ha ottenuto il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (IGP) che garantisce l’origine di provenienza. Un obiettivo raggiunto grazie all’impegno dei molti produttori del tubero nostrano, oltre al meticoloso lavoro svolto dall’Associazione Marsicana Produttori Patate (Ampp) che ha avviato le procedure di richiesta presso il ministero delle Politiche agricole.
Nell’Altopiano del Fucino a 700 metri s.l.m., su 16000 ettari, quasi 3000 vengono impiegati nella coltivazione di questo tubero. Di forma tondo-ovale, regolare, le patate presentano un colore della pasta da giallo chiaro a giallo ed una buccia dal colore prevalentemente chiara o rossa. Alcuni dei più comuni tuberi avendo un maggior quantitativo d’acqua, hanno un cedimento della loro consistenza, con conseguente sviluppo di zuccheri che al momento della cottura (frittura) formano una patina di zucchero che impedisce al calore di entrare fino in fondo. Le Patate del Fucino, invece, avendo una consistenza con poca acqua e di conseguenza asciutta, permettono al calore di entrare a fondo e di cuocere la patata in modo uniforme senza formare la patina di zucchero che impedisce al calore di cuocerla e non presentano colore rossastro al momento della cottura. La patata, difatti, mantiene il suo colore originale anche dopo la cottura.
Celano, Abruzzo: la ‘patata del Fucino’ ottiene il marchio IGP
