La clamidia è una malattia sessualmente trasmissibile (MST) causata dal batterio “Chlamydia Trachomatis”. E’ una delle più diffuse infezioni batteriche al mondo, che colpisce soprattutto la fascia compresa tra i 16 e i 24 anni. Tra i suoi principali fattori di rischio: sesso rischioso, rapporti sessuali con più di un partner, avere una relazione sessuale con un soggetto che ha più partner. La clamidia si contrae principalmente attraverso i rapporti sessuali non protetti (vaginali, orali e anali): se uno dei due partner è infetto, le possibilità di trasmissione all’atto sono del 20% e la durata media dell’infettività, se l’infezione non è curata, può arrivare fino a un anno.
Si contrae anche durante il parto, dalla madre al neonato, causando in quest’ultimo patologie oculari e respiratorie; oppure la trasmissione può avvenire tramite oggetti usati per il piacere sessuale. Il periodo di incubazione può durare dai 7 ai 12 giorni, terminato ii quale è possibile che la malattia non dia nessun sintomo: i ¾ delle donne e ¼ degli uomini infettati sono asintomatici. La clamidia, se dà luogo a manifestazioni, provoca: nelle donne, irritazioni vaginali, perdite vaginali e minzioni dolorose, sanguinamento intermestruale, durante il rapporto sessuale oppure dopo di esso; mentre negli uomini possono verificarsi perdite dall’uretra, prurito uretrale, minzioni dolorose, arrossamento del glande e gonfiore ai testicoli. Sia negli uomini che nelle donne, possono poi verificarsi perdite liquide o sanguinamento dell’ano, in caso di infezione anale.
Ma ci possono essere complicanze legate alla malattia: nelle donne la clamidia può provocare danni permanenti all’apparato riproduttivo. Se non trattata, l’infezione può diffondersi all’utero e alle Tube di Falloppio, causando una MIP (malattia infiammatoria pelvica), con infertilità, possibili gravidanze extrauterine e dolori al basso ventre. Nel caso dell’uomo, le complicazioni sono più rare: l’infezione può raggiungere i testicoli, causando la loro infiammazione, ma più raramente provoca infertilità. Il soggetto stesso (ciò vale sia per gli uomini che per le donne) inconsapevolmente, con le mani non lavate, può trasportare il batterio dai genitali all’occhio, provocandosi una congiuntivite. Generalmente la terapia consiste nella somministrazione di antibiotici, astenendosi dai rapporti sessuali fino al termine delle cure per evitare una reinfezione. E’ implicito che anche il partner debba sottoporsi al test e, se quest’ultimo risulta positivo, deve eseguire la terapia.
La diagnosi della clamidia è molto semplice, attraverso tre modalità: il tampone vaginale presso un laboratorio di analisi qualificato, l’auto-tampone vaginale eseguito a casa, la raccolta del primo campione di urina della mattina. In tutti i casi, il materiale viene analizzato con i moderni metodi di biologia molecolare, molto sensibili ed affidabili. Per prevenire la clamidia occorre: praticare sesso sicuro, utilizzando il profilattico e diminuendo il numero di partner sessuali per ridurre il livello di rischio; bandendo i rapporti non protetti con persone di cui non si conosce con certezza lo stato di salute e curando attentamente la propria igiene personale, dato che l’infezione si diffonde anche attraverso le secrezioni vaginali, mediante contatto con biancheria, asciugamani e altri oggetti contaminati.