Due architetti inglesi, David Ben Grumberg e Daniel Woolfson, hanno progettato una “casa origami” che muta la propria forma in base al cambio di clima e alle condizioni meteo. Il progetto, che prende il nome di D* Hause e mira ad ottimizzare i consumi energetici, con conseguente risparmio sui costi della luce e del riscaldamento, faceva originariamente parte della tesi di laurea di Grumberg ed era pensato per la costruzione di edifici in zone dal clima troppo caldo d’estate e troppo freddo d’inverno.
I due architetti si sono basati sulla logica dell’ Haberdashe’r Puzzle del matematico Henry Dudeney, appassionato di scacchi fin da piccolo, che dedicò molta attenzione ai problemi di scomposizione dei poligoni in parti che possono essere ricomposte in altri poligoni, aventi naturalmente la stessa area. Uno dei problemi più complicati che riuscì a risolvere, fu da lui battezzato “Il problema del merciaio”: dividendo un triangolo equilatero in 4 parti totali, riunite insieme, è possibile formare un quadrato. Costruì un modello con 4 pezzi incerniati in modo da poter formare il quadrato o il triangolo ed ebbe la soddisfazione di presentare la sua scoperta matematica nel 1905, alla prestigiosa Royal Society.
La D*Hause è stata progettata per muoversi sul proprio sito ogni volta che il proprietario vuol farlo, mantenendo però l’integrità strutturale durante il movimento tramite l’utilizzo di semplici principi statici per ridurre al minimo le forze sulle cerniere e sui binari di supporto, garantendo che tutti gli elementi abbiano una rigidità sufficiente. La D*Hause è dotata, infatti, di 4 componenti che si muovono su 2 binari di costruzione separati che, in pianta, formano un quadrato perfetto, proprio seguendo gli esempi del grande Dudeney. La casa presenta una struttura nodulare ed è dotata nella sua configurazione base (che può però essere adattata alle specifiche esigenze del cliente) di una sala soggiorno a pianta aperta, di un bagno e di due camere da letto. Le sue pareti esterne sono spesse, pesanti, scorrono su binari e possono trasformarsi in pareti interne; così come le vetrate interne possono diventare elementi di facciata e le porte trasformarsi in finestre e viceversa. D’estate, la camera da letto, girando le pareti nel modo più opportuno, può essere orientata verso est; ed è possibile ruotarle anche nel corso della giornata, in modo da posizionarle sempre verso il sole, affinchè generi energia attraverso i pannelli fotovoltaici. Un prodotto flessibile, dunque, frutto dell’applicazione della matematica all’architettura, in grado di adattarsi perfettamente all’evoluzione dei modelli di vita del futuro.