Dopo un avvio d’inverno insolitamente mite il gelo in Siberia cerca nuovamente di prendere piede, tentando di riconquistare il terreno perduto nei mesi scorsi, funestati da pesantissime anomalie termiche positive che hanno messo in discussione persino la formazione del famoso anticiclone termico “russo-siberiano”. La figura barica a cuore gelido, responsabile delle più crude ondate di gelo che ciclicamente investono l’Europa e l’Italia, apportando quelle che sono le vere fasi di maltempo dalle caratteristiche invernali. Il ritorno del gelo sui territori della Siberia centro-orientale è causato niente meno che dallo scivolamento di latitudine del vasto “lobo” gelido siberiano che nei prossimi giorni si posizionerà con una profonda circolazione depressionaria, colma di aria gelidissima in quota, proprio sopra la Repubblica della Jacuzia. Questa profonda circolazione depressionaria, caratterizzata in quota da un profondissimo minimo di geopotenziale in quota e da aria gelidissima, con isoterme fra i -35°C ed i -40°C a 850 hpa, in questi giorni è scivolata sopra la Repubblica di Jacuzia. Posizionandosi sulla Jacuzia l’area depressionaria gelida, legata al “lobo” siberiano del vortice polare, ha convogliando un enorme blocco di aria gelida, aspirata direttamente dalla Calotta Artica, verso i territori dell’estremo oriente russo, raggiungendo l’area dei monti Stanovoj e quella dei monti Dzugdzur, per penetrare fino al settore più meridionale del freddissimo mare di Ohotsk e dell’isola di Sahalin, tramite una gelidissima ventilazione da Ovest e O-NO che si è spinta fino alle isole Curili.
Durante la discesa verso la Jacuzia le masse d’aria molto gelide e pesanti, in scivolamento dalla Calotta Artica, si sono depositate come un velo molto pesante sopra i terreni innevati dell’altopiano della Siberia centrale e della Jacuzia, determinando un brusco raffreddamento su una vasta area della Siberia centro-orientale, dove i termometri sono bruscamente scesi al di sotto del muro dei -50°C. La massa d’aria artica, molto gelida, scorrendo e depositandosi sopra lo strato di aria molto fredda preesistente sopra i suoli innevati e ghiacciati della Jacuzia e della Siberia centrale, ha prodotto questo forte raffreddamento, spingendo i termometri al di sotto dei -54°C -56°C in diverse aree, fra l’altopiano della Siberia centrale e la Jacuzia. A ciò si è aggiunto il fortissimo irraggiamento notturno che ha creato forti inversioni termiche innescata dall’effetto “Albedo”. Fra le temperature più basse registrate nella giornata di ieri troviamo i -57.8°C di Habardino e i -57.6°C di Yarol’in, finora risultate le due temperature minime più basse registrate in questo inverno, lungo tutto l’emisfero boreale. Notevoli pure i -56.2°C di Selagoncy e i -55.4°C di Kislokan che hanno fatto registrare i loro rispettivi minimi stagionali. Il picco del gelo stavolta, come prevede questo tipo di configurazione, si è raggiunto più ad ovest dei tradizionali poli del “gelo” della Jacuzia, tra l’altopiano della Siberia centrale e l’ovest della Repubblica di Jacuzia. Basti pensare che molte di queste località e piccoli villaggi della Siberia centro-orientale, venendo presi in pieno dalla colata di aria gelida dall’Artico, sono state in grado di doppiare (in termini di gelo) persino località particolarmente famose, come il villaggio jacuziano di Ojmjakon, conosciuto come il detentore ufficiale del “record assoluto di freddo” a bassa quota in tutto l’emisfero boreale.
In questi giorni Ojmjakon ha fatto registrare valori piuttosto miti, a causa dell’influenza diretta del “lobo” canadese, con l’annesso sistema frontale nei bassi strati che ha spinto verso la Jacuzia una spessa coltre nuvolosa stratiforme che risalivano lungo il bordo anteriore della circolazione depressionaria. Queste nuvole hanno dato la stura a deboli nevicate, con una temperature inchiodata sotto i -32°C -34°C. La spessa coltre di nubi che copre l’area attorno Ojmjakon ha impedito la formazione di quelle formidabili inversioni termiche che fanno sprofondare il villaggio jacuziano anche sotto il muro dei -60°C, rendendolo in inverno il luogo più gelido del pianeta. Solo ieri la minima di Ojmjakon è stata di soli -36.6°C. Siamo parecchi gradi sopra la media di Gennaio. In compenso il manto di neve ghiacciata è cresciuto di oltre i 23 cm, a dispetto dei miseri 20 cm dei giorni scorsi.