Subito una nuova legge per la ristrutturazione del territorio e la costituzione di un’Autorita’ unica delle acque. E’ l’appello della Confederazione italiana agricoltori che, all’indomani dell’ennesima calamita’ provocata dal maltempo, chiede che venga affrontato il tema della prevenzione. “In questi anni – ha detto il presidente della Cia, Giuseppe Politi- non c’e’ stata alcuna tutela del territorio. Gli interventi sono stati totalmente insufficienti”. Cosi’, ha ricordato, piu’ della meta’ dei comuni italiani e’ a rischio idrogeologico, mentre in dieci anni l’agricoltura, che con la sua azione di presidio protegge il territorio, ha perso oltre 19 mila kmq di terreno. “In questo modo i disastri si susseguono con un crescendo pauroso. I danni diventano incalcolabili. Occorre una politica con la quale puntare a una vera salvaguardia del territorio con risorse adeguate. La ristrutturazione del territorio – ha ammonito – e’ una sfida di civilta'”. In tale contesto e’ fondamentale, per la Cia, una gestione innovativa delle risorse idriche che superi l’attuale frammentazione decisionale e programmi e coordini gli interventi. “Insomma – ha concluso Politi – occorrono norme di pianificazione del territorio contro il degrado, prevenire i disastri, fermare il consumo di suolo, tutelare e valorizzare il paesaggio. Occorre, altresi’, un governo delle risorse idriche per contrastare il dissesto idrogeologico e favorire l’uso razionale dell’acqua in agricoltura”.