La cucina è un mix di sapori, aromi e colori: quelli degli elementi base, scoperti nel corso dei secoli, ma sarà il pomodoro a stravolgere l’aspetto culinario di molti Paesi. La “rossa bacca” giunse in Europa sulle navi dei conquistatori spagnoli al seguito di Hernan Cortes, di ritorno dalle Americhe. La pianta del pomodoro, infatti, era originaria del Perù, dove si era diffusa come infestante fra le piante di mais. Nel Seicento, Olivier De Serres, botanico alla Corte di Francia, cita il pomodoro nel suo Trattato di agricoltura, come una gradevole pianta ornamentale. Qualcuno cercherà di mangiarne le foglie, ma con riscontri negativi e la gente si convincerà che quei frutti gialli siano velenosi o causa di malattie …un rifiuto che durerà a lungo, dato che solo nel 1829 il pomodoro venne immesso sul mercato alimentare, dopo che nel 1802 a Salem, nel Massachussets, un pittore di origini italiane aveva faticosamente dimostrato, mangiando in pubblico un pomodoro, che si trattava di un alimento commestibile.
Nel 1853, il pomodoro si accredita anche sulle mense ufficiali francesi, dove compare in svariati allestimenti e condimenti, in un pranzo di gala offerto dall’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, e la conquista si estende ovunque, segnando di rosso quella che nel 1950 verrà definita “Dieta mediterranea”. La pianta del pomodoro appartiene alla famiglia delle Solanacee (Solanum Lycopersicum). Alcuni studiosi fanno derivare il suo nome dal latino pomum aureus (mela o pomo d’oro), mentre altri lo ricollegano all’etimologia della versione azteca Xitotomate o Nahuatl Tomatl (origine messicana). Il pomodoro risponde perfettamente alle richieste del consumatore moderno: è povero di calorie, ricco di acqua, leggero, rimineralizzante, dissetante, molto saporito e ha un elevato potere nutrizionale. Il consumo costante di pomodori facilita la digestione dei cibi che contengono fecole e amidi (es. pasta, riso, patate) ed elimina l’eccesso di proteine provocato da un’alimentazione troppo ricca di carni.
Molto spesso, il pomodoro, contenendo acido malico, arabico e lattico, elimina i problemi legati ad una digestione lenta o ad una scarsa acidità gastrica. Il celebre ortaggio rosso contiene licopene, un antiossidante naturale che protegge le cellule dall’invecchiamento. L’organismo umano non è in grado di sintetizzare questa sostanza e l’unico modo per assumerlo è tramite l’alimentazione. Per esaltare il potere antiossidante del licopene, il pomodoro va cotto e trasformato in sugo o salsa. 100 grammi di pomodoro per 3 volte a settimana, sono la dose minima affinché il licopene, responsabile del colore rosso del pomodoro, possa esercitare la sua funzione preventiva. Ricco di vitamina A, quest’ortaggio contiene una discreta quantità di vitamine B1, B2, PP e C ed è ricchissimo di sali minerali (tra cui calcio, ferro, sodio, zinco e potassio, che regolarizza la pressione arteriosa, riducendo l’ipertensione).
Il pomodoro è indicato per chi soffre di gotta, astenia, reumatismi, uremia, nefrite, stitichezza, previene 9 tipi di cancro, riduce il colesterolo, combatte le infezioni, rinforza il sistema immunitario, riduce il rischio di infarto, aiuta le cellule del pancreas a produrre minori quantità di insulina e rallenta la lipogenesi, uno dei meccanismi attraverso il quale accumuliamo grasso. Gli antiossidanti in esso contenuti proteggono l’organismo dagli effetti dannosi dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare, delle malattie cardiovascolari e del cancro. ll pomodoro dà solo 17 calorie l’etto, classificandosi come uno degli alimenti più a light a disposizione, contribuendo a eliminare i liquidi in eccesso dai tessuti e a combattere la ritenzione idrica e la cellulite. Inoltre, grazie al 94% di acqua e all’alto contenuto di minerali, funziona come un vero integratore salino, che combatte il caldo, idrata, riduce lo stress da alte temperature.