Una decina di ‘associazioni ambientaliste e non-speciste’ dell’area di Bologna (tra cui Animal Liberation, Lac e Lav) esprimono, con una nota, “rammarico per le offese rivolte a Caterina, la studentessa affetta da malattie genetiche rare, colpevole di aver difeso i test sperimentali sugli animali“. Tuttavia – aggiungono – “e’ un grave errore pensare che il progredire della scienza e i diritti degli animali confliggano. L’unico conflitto e’ quello tra una ricerca basata su presupposti errati, che cerca indicazioni utili per una specie effettuando test su altre specie, e una ricerca scientifica avanzata, basata su metodi di indagine di gran lunga piu’ affidabili e predittivi, oggi disponibili. Il rispetto dei diritti degli animali e il progresso scientifico, necessario a vincere le gravi patologie come quelle di Caterina, vanno nella stessa direzione: il superamento dei test sugli animali“. “Il 92% dei farmaci che superano le prove sugli animali – affermano – viene scartato a seguito delle prove cliniche sull’uomo. Succede anche che numerose sostanze classificate come innocue a seguito di test di tossicita’ su animali, risultano gravemente nocive per l’uomo: l’amianto, la stricnina, la tossina botulinica, l’arsenico, il benzolo, tra le piu’ conosciute. E’ difficile che i risultati forniti da questo tipo di sperimentazione possano essere utilmente trasferiti agli umani. Se non fossero stati effettuati tanti test su animali, oggi probabilmente disporremmo di metodi piu’ efficaci per curare le malattie, incluse quelle rare“.