Ancora oggi, dopo quattro anni dal sisma che sconvolse Haiti, 60.000 bambini vivono nei campi per sfollati e 100.000 soffrono di malnutrizione in tutto il Paese. L’allarme arriva da Save the Children, che ricorda come il 12 gennaio 2010 fu un giorno di profonda tragedia per Haiti. Quattro anni dopo il devastante terremoto, i danni sono ancora difficili da accertare, ma si inizia a vedere la fine: oltre l’89% della popolazione sfollata ha abbandonato i campi – riferisce l’organizzazione – l’incidenza del colera e’ stata dimezzata dal 2010 e la grave insicurezza alimentare che subito dopo il dramma ha colpito 1,5 milioni di persone e’ stata drasticamente ridotta a 600.000 casi. “Progressi importanti”, riferiscono da Save the Children, ma non basta: “E’ il momento di capitalizzare i progressi per apportare un cambiamento vero e duraturo che abbia un impatto reale e positivo soprattutto sull’infanzia haitiana, quale futuro del Paese”. Il 30% dei 10 milioni di haitiani infatti, a diversi livelli, soffre ancora l’impatto e le conseguenze del terremoto. Oltre 145.000 persone vivono ancora nei campi sfollati dal 2010 e di questi 60.000 sono bambini. Oltre 100.000 minori su tutto il territorio nazionale soffrono di malnutrizione. I bambini stanno crescendo giorno dopo giorno con grande difficolta’, talvolta impossibilita’, ad accedere a beni e servizi di base come acqua, igiene, cure mediche o la possibilita’ di andare a scuola. “Non puo’ assolutamente essere questa la strada per la ricostruzione, le soluzioni per invertire la rotta sono provate, efficaci e disponibili”, sottolinea Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. “E’ evidente che Haiti non e’ piu’ tra le priorita’ di intervento per la comunita’ internazionale, ma Save the Children teme che i bisogni disattesi di oggi potrebbero amplificarsi fino a diventare necessita’ catastrofiche di domani, comportando nel lungo periodo costi maggiori e sacrifici immani per intere generazioni”. Save the Children lavora fianco a fianco con il Governo haitiano, le comunita’ locali, gli adolescenti e i bambini per mettere in campo soluzioni sostenibili che riducano il rischio di esposizione a futuri disastri e aumentino la capacita’ di risposta della popolazione di fronte alla tragedia. Allo stesso tempo, l’organizzazione sta implementando soluzioni per compiere interventi di lungo periodo per la salute, l’igiene e l’istruzione, continuando a rispondere ai bisogni piu’ urgenti della popolazione in partenariato con le piu’ grandi organizzazioni umanitarie internazionale.
Terremoto Haiti, Save the Children: 4 anni dopo 60.000 bambini vivono ancora nei campi
