Sarebbero la convinzione di sapere di piu’ di quanto effettivamente si sappia (overconfidence) e la propensione al rischio (risk attitude) i principali errori cognitivi alla base dei casi di incidenti da valanga, nonostante l’affidabilita’ dei bollettini diramati dalle agenzie nivo-meteo. A sostenerlo e’ un’indagine avviata dall’Accademia della montagna del Trentino circa un anno fa, rivolta a intercettare le motivazioni del cattivo utilizzo delle informazioni meteo da parte di scialpinisti e ciaspolatori. La ricerca, costata 17.000 euro, e’ stata affidata all’Universita’ di Trento, di Verona e alla Fondazione Bruno Kessler di Trento. Gli studiosi hanno elaborato un questionario, che hanno inviato on line a un campione di 275 turisti e appassionati, scelti tra Trentino, Veneto e Alto Adige, con un’esperienza media di 14 anni di pratiche sciistiche e un’eta’ media di 41 anni, con una frequenza settimanale della montagna durante la stagione invernale. Dal quadro definitivo sono emersi altri due errori cognitivi che possono indurre alla superficialita’ in montagna: la sottovalutazione sistematica della probabilita’ di accadimento di eventi negativi (unrealsitic optimism) e la convinzione di poter tenere sotto controllo anche eventi del tutto accidentali (illusion of control). Infine l’indagine ha evidenziato che a parita’ di esperienza, gli escursionisti piu’ anziani sono piu’ propensi a intraprendere la gita, nonostante le previsioni meteo non siano favorevoli, mentre a parita’ di eta’ sono gli escursionisti piu’ esperti i meno propensi ad avventurarsi.