La Necropoli di Giza, situata nella piana omonima, alla periferia de “Il Cairo”, capitale dell’Egitto, è uno dei siti archeologici più importanti del mondo, tanto da essere inclusa nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco nel 1979. I tre monumenti più importanti e conosciuti del complesso sono: la Piramide di Cheope, la Piramide di Chefren (o Khepren) e quella di Micerino (o Mykerinus). La parola Piramide deriva dalla lingua greca “pyramis”, nome preso probabilmente dalla tipica torta consumata in quell’epoca, ma per gli Egizi la Piramide era molto di più: era la garanzia dell’immortalità del loro faraone, del loro conduttore, quindi del loro regno. Per avere efficacia della sua missione, la Piramide doveva però essere finita prima della morte del Faraone, il quale era molto di più di un Re: era il Dio incarnato.
Piramide di Cheope: il nome Cheope significa “che Dio mi protegga”. Di lui ci è pervenuta solo un’immagine in pietra, anche se il suo culto durò ben 25 secoli. Egli difese le miniere del Sinai dalle incursioni dei beduini, curò la manutenzione di alcuni templi. Era, come tutti i Faraoni, un erudito, appassionato di storiografia sacra dell’Egitto, un re sapiente, dotato di uno spirito curioso e profondo. Geograficamente, la Grande Piramide di Cheope sembra posizionata al centro dei continenti, infatti, se dividiamo in quarti le terre emerse dal globo, notiamo che il parallelo più lungo e il meridiano più lungo, si intersecano esattamente nel punto dove sorge la piramide, costituita da 2 milioni e 300 mila blocchi di pietra. Ha una base di 230 metri per 230 metri e all’origine era alta 146 metri e 35 cm, mentre oggi raggiunge i 137 metri d’altezza a causa della totale rimozione del rivestimento in pietra calcarea che in passato la rivestiva, colpita da erosione naturale.
Si tratta di un edificio con un volume 30 volte superiore rispetto a quello del leggendario Empire State Building di New York. Ai tempi di Cheope, la piramide doveva essere sormontata da un pyramidion d’oro: sotto i raggi del sole doveva risplendere come una gemma enorme, visibile a chilometri di distanza. L’enorme piramide è stata realizzata in 3 progetti successivi: nel primo, la camera sepolcrale è sotterranea, a circa 31 metri di profondità nella roccia, raggiunta da un corridoio secondo un angolo di 26,5 °…un progetto abbandonato, come dimostra l’incompiutezza della stanza del sarcofago. Del 2° progetto fa parte la costruzione della camera sepolcrale per il re, detta “Stanza della Regina”, anch’essa incompiuta, collegata con un corridoio di circa 80 metri al punto d’ingresso. Al 3° progetto vanno ascritti : la “Grande Galleria”, quella sepolcrale e quelle di scarico.
Piramide di Chefren o Khepren: Chefren era il figlio di Cheope, il cui nome, in egiziano, significa “Ra quando sorge”. Di questo Faraone ci resta una statua in diorite proveniente dal tempio dell’accoglienza della sua piramide di Giza…la più perfetta scultura di tutta l’arte egizia. Sulla nuca di Chefren è posato il Falco Horo che, con le sue ali spiegate, protegge l’istituzione faraonica. Secondo Erodoto, anch’egli, come il padre sarebbe stato un tiranno, ma si tratta di informazioni false per infangare la memoria dei faraoni artefici delle Piramidi. La piramide di Chefren è la 2° piramide più grande di tutto l’Egitto e, anche se le sue dimensioni sono inferiori rispetto a quelle di Cheope complessivamente solo 3 metri d’altezza in meno), appare più alta di quella di Cheope, poiché è stata costruita sopra uno zoccolo di roccia alto circa 10 metri e la sua punta è ancora intatta, conservando la struttura in calcare bianco levigato che in origine copriva tutte le piramidi. Il suo interno è semplice: 2 discese convergenti conducono a un’unica toma. Mentre la stanza della tomba di Cheope è nella parte centrale della struttura, quella di Chefren è scavata nella roccia, sotto la sua piramide. Nella piramide non c’è molto da vedere, eccetto il sarcofano in granito del Re. Vi si accede tramite un unico corridoio discendente, per cui la visita al suo interno è meno impegnativa di quella di Cheope.
Piramide di Micerino: Micerino è il successore di Chefren, salì al trono e vi regnò per una ventina di anni. Fu l’unico dei tre Faraoni con cui Erodoto non si accanisce. Il suo nome significa “Divina è la piramide di Micerino”. Si tratta di una piramide molto più piccola di quelle dei suoi predecessori: forse ciò è indice dell’inizio della debolezza dello Stato. Essa è stata frettolosamente terminata da Shepsekaf, figlio e successore di Micerino, il quale per sé non fece erigere piramidi, ma una gigantesca mastaba nei pressi della Piramide di Snefru e Saqqara. Ha una base quadrata e il lato di circa 103 metri, con quasi 66 metri di altezza in origine, mentre oggi raggiunge i 62. Gli archeologi hanno appurato che il rivestimento fosse di bianco calcare di Tura, anche se pare che il progetto iniziale prevedesse il bellissimo granito rosso di Assuan. L’interno della Piramide di Micerino è complesso: ha l’ingresso a nord a 4 metri di altezza e una discesa di 32 metri, rivestita in granito rosa. Il cunicolo conduce al vestibolo decorato con bassorilievi. Un ulteriore corridoio di circa 13 metri di lunghezza giunge nella camera funeraria posta 6 metri sotto il livello del suolo. La sala doveva contenere il sarcofago, andato purtroppo disperso.
Fin dall’antichità, le Grandi Piramidi di Giza hanno affascinato tutti coloro che si sono avvicinati ad essi. Ufficialmente la loro edificazione è fissata tra il 2700 e il 2200 a.C. ma nessun documento tratta direttamente della costruzione della Grande Piramide tanto da poterne stabilire con certezza la sua edificazione. Al suo interno sono assenti geroglifici che, invece, abbondano in tutte le costruzioni egizie. Alcuni massi che formano la Piramide di Cheope sono in granito rosso, con una superficie finemente lavorata: l’esecuzione di questo tipo di lavorazioni su blocchi così grandi sarebbe impossibile. Al tempo degli Egizi, poi, l’unico metallo disponibile per fabbricare attrezzi e strumenti da lavoro era il bronzo …un metallo che non è in grado di scalfire il granito.
Si ipotizza che il trasporto di materiali sia stato di tipo fluviale tramite chiatte, ma anche se le tecnologie costruttive degli antichi Egizi (legno e giunco) consentivano la costruzione di imbarcazioni tanto grandi e robuste da sostenere un carico di centinaia di tonnellate, resta il mistero delle infrastrutture portuali necessarie per caricare e scaricare i megaliti. L’edificio impressiona i visitatori per le sbalorditive dimensioni dei vertici e della base, rapportate tra loro secondo il valore di pi greco o, della sezione aurea e dell’anno siderale. In molti affermano che nella Grande Piramide agiscano forze ed energie misteriose, impossibili da analizzare, delle quali si avverte la presenza. Alcuni, i più audaci, hanno voluto rimanere nella grande piramide per periodi prolungati, soprattutto dopo il tramonto del sole, descrivendo inquietanti visioni ed esperienze extracorporei. Tra misteri, indescrivibile magia e secoli di storia, le piramidi di Giza continueranno a far sognare ad occhi aperti tutti coloro che avranno la fortuna di vederle dal vivo.